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Cambia il logo Ferrari? Ecco una piccola rivisitazione (VIDEO)

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Chiara Rainis

E se la Ferrari modificasse il suo iconico logo? Quelli di SRK Designs hanno provato a immaginarsi la nuova versione. Ecco il risultato.

Tra i loghi più riconsciuti e riconoscibili al mondo c’è senz’altro quello della Ferrari. Basta pronunciare le parole “cavallino rampante”, che a tutti verrà in mente la stessa immagine. Ma cosa succederebbe se qualcuno decidesse di ritoccarlo un po’? Probabilmente qualcuno contesterebbe. Ad ogni modo c’è chi ha osato e ha provato a farsi un’idea di come potrebbe diventare se reso un po’ più moderno e attuale.

Il logo della Ferrari (LaPresse Foto)

Utilizzando le foto trovate sul web, la SRK Designs ha cercato di dare una svecchiata al disegno. E il risultato è sorprendente. Su sfondo rosso, il cavallo nero ha assunto una maggior imponenza nella parte posteriore. I profili bassi sono stati “sbiancati”, mentre un tocco di rosso ha solcato quelli della testa e del petto per conferire maggior aggressività all’animale. Interessante l’ombreggiatura nella sezione posteriore per un effetto 3D.

Logo Ferrari, qual è la sua origine

Per andare alle origini del marchio di Maranello bisogna tornare al 1929, anche se per quanto concerne il suo simbolo è sufficiente fermarsi al 1947. Fu infatti proprio in questo anno che da semplice officina dedita alle corse, la Rossa si trasformò in una vera e propria industria automobilistica, orientate alle auto di grandi prestazioni. La sua prima perla sarà la 125 Sport, spinta da un potente V12 da 1,5 litri.

Con questo bolide la Scuderia parteciperà al primo Mondiale di F1 nel 1951 con il messicano José Froilan Gonzelz e nel 1952 sarà già iridata grazie ad Alberto Ascari.

Ma come nacque l’idea del cavallino come emblema? Ebbene, per scoprirlo bisogna addirittura riavvolgere il nastro al 1923. Allora il Drake, appena 25enne fu protagonista di un incontro rivelatore. A margine del GP sul circuito del Savio, venne raggiunto dapprima da Enrico Baracca, quindi dalla contessa Paolina de Biancoli. Costoro erano i genitori di Francesco Baracca, noto aviatore italiano che si era messo in mostra in diverse imprese durante la Prima Guerra Mondiale.

L’asso dell’aviazione durante la sua carriera aveva sfoggiato sulla fusoliera del proprio aereo da caccia una cavallino nero su sfondo grigio. Quel giorno la madre dell’eroe scomparso nel ’18, si avvicnò al driver modenese e gli disse: “Metti il ​​cavallino di mio figlio sulle tue macchine. Ti porterà fortuna!”.

Enzo le diede ascolto, ma decise di modificare due dettagli: la coda, non più bassa, ma alta in segno di forza e irrquietezza, e il colore sullo sfondo diventato giallo come la tinta che rappresenta la città di Modena. A rendere ancora più identificativo il logo, furono aggiunte le sigle S e F, che stanno per Scuderia Ferrari.

Nel 1931 il bordo nero venne rimosso e fu inserito in alto il tricolore. Nel 1932 farà la sua apparizione sulla carrozzeria della vettura al via del Grand Prix di Spa, in Belgio. E, come detto nel ’47 diventerà l’emblema dei veicoli stradali.

Successivamente verranno apportate delle revisioni per renderlo più moderno. Verrà introdotto il nome per esteso con la F allungata, anziché le iniziali. Il giallo canarino diventerà brillante. Non ci sarà più la forma a scudo, mentre verrà ripristinato il bordo nero. Inoltre il cavallino perderà il look massiccio, a favore di una forma sinuosa, per trasmettere il senso di agilità.

Nel 2002 verrà effettuato l’ultimo maquillage per ottenere il formato in uso tuttora. In realtà l’intervento non sarà sostanzioso, in quanto si risolverà in leggere pennellate. Le linee di divisione sono diventate meno marcate e il giallo è stato reso ancora più intenso.

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Chiara Rainis

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