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Formula 1

Quanto costa la tuta dei piloti di F1? Ecco la cifra da sborsare

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Giovanni Messi

I piloti di F1 sono sottoposti a rigidi protocolli di sicurezza, anche riguardo al loro abbigliamento. Ecco il prezzo delle tute.

La F1 è uno degli sport più pericolosi del mondo, ma negli ultimi trent’anni le cose sono eccezionalmente migliorate in termini di sicurezza. Le morti di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger in quel di Imola nel 1994 fecero scattare un click negli organizzatori, che capirono che era il momento giusto per mettere la vita dei piloti al primo posto.

F1 (ANSA)

Grazie alle tante migliorie apportate negli anni che seguirono, non si registrarono morti per ben vent’anni, sino al tragico GP del Giappone del 2014, quando una tragedia scosse la F1 con la morte di Jules Bianchi. Il francese perì qualche mese dopo, senza mai aver ripreso conoscenza a causa dell’impatto con una ruspa, che ovviamente non doveva trovarsi lì a bordo pista in quel momento.

Come ben sappiamo, nello sport che tanto amiamo la fatalità può sempre accadere, ma si può sempre fare di più per cercare di evitare la scomparsa dei piloti. Tra i tanti passi in avanti c’è da registrare l’Halo, nato proprio per proteggere la testa dei nostri beniamini, che comunque sono sempre a costante rischio viaggiando a velocità così alte e per così tanto tempo.

Negli ultimi anni, qualche spavento non è mancato come a luglio scorso a Silverstone con il cappottamento di Guanyu Zhou che è uscito con le proprie gambe dalla sua Alfa Romeo Racing, un crash che anni fa avrebbe avuto conseguenze ben peggiori.

Il fuoco è un altro elemento che ha sempre spaventato, ma per fortuna le tecnologie hanno impedito quasi sempre alle fiamme di propagarsi, con serbatoi incastonati nel telaio che difficilmente possono rompersi. Uno degli aspetti di maggior sicurezza è sicuramente legata alle tute, che negli anni sono sempre migliorate, divenendo leggere ed affidabili, e soprattutto ignifughe, dettaglio che ha salvato tante vite.

F1, ecco come sono fatte le tute e quanto costano

La storia delle tute dei piloti di F1 è divisa in due parti, tra ciò che accadde nel primo quarto di secolo di questo sport e dal 1976 in poi. Ciò che fece da spartiacque fu quello che accadde il primo agosto di quell’anno al Nurburgring Nordschleife, e ci stiamo riferendo ovviamente al terribile incidente che vide come protagonista Niki Lauda.

L’austriaco andò a sbattere contro una roccia e la sua Ferrari prese fuoco, portandolo a rischiare la vita a causa delle tante ustioni riportate. In quel caso, a salvargli la vita fu l’eroismo degli altri piloti, su tutti, Arturo Merzario, il quale lo strappò via dall’inferno di fiamme con un atto di coraggio davvero prodigioso.

Le tute di quel periodo, ovviamente, non erano ignifughe, e da quel momento in poi sono stati fatti degli enormi passi in avanti per cercare di aiutare i piloti di F1 in caso di pericolosi incidenti. Inizialmente, arrivarono le cosiddette Plan B, ovvero le tute d’amianto usate anche dai Vigili del Fuoco, che superano brillantemente tutti i collaudi venendo approvate e poi rese obbligatorie da regolamento.

Tuttavia, questa soluzione venne abbandonata poco dopo perché si scoprirono i danni che l’amianto poteva provocare alla salute, essendo altamente cancerogeno. Con il tempo, le tute sono poi diventate sempre più leggere e sicure, sino ad arrivare a quelle che vengono utilizzate oggi, le quali sono ovviamente ignifughe e resistenti ad ogni tipologia di temperatura.

Quelle che vediamo indossare dai piloti oggi sono fatte in Meta-Artemide, materiale leggero e resistente al fuoco, e le realizza la Nomex. Le spalline sono rinforzate e devono superare tanti tipi di test, tra cui una resistenza alle fiamme di oltre 12 secondi, in modo da poter consentire al pilota di non ustionarsi nel frattempo che i soccorsi arrivino a distanza giusta per poter azionare gli estintori.

Una grande prova dei passi in avanti fatti in questo senso ce l’ha fornita Romain Grosjean, rimasto intrappolato in un inferno di fuoco nel 2020 in Bahrain, dopo l’impatto della sua Haas contro il guard-rail al primo giro. La vettura venne immersa dalle fiamme, ma il pilota francese riuscì ad uscire con le sue gambe, riportando soltanto qualche lieve bruciatura, ma vi assicuriamo che sarebbe potuta finire molto peggio.

Il prezzo di queste tute è altissimo, e si aggira attorno ai 2mila euro l’una, ma non potrebbe essere altrimenti visto lo studio che c’è dietro alla loro progettazione. Queste tute, negli anni, hanno salvato la vita a tanti piloti, che oggi sono con noi grazie al lavoro di tanti esperti bravissimi nel migliorare la sicurezza e salvaguardare la salute dei nostri beniamini.

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Giovanni Messi

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