Al termine di un GP del Giappone solo parzialmente positivo per la Ferrari, il boss Binotto ha fatto una dichiarazione che non lascia speranze.
La festa è finita. La Ferrari ha deciso di chiudere portafoglio e tutto il resto almeno per quest’anno. E il motivo è la classifica generale. La coppa costruttori è infatti ormai archiviata, dato che la Red Bull ha stra-dominato e l’esempio lampante lo ha regalato il recente weekend di Suzuka, dove la scuderia austriaca è riuscita ad artigliare un’imprevista doppietta. Allo stesso modo la seconda piazza è salva, considerato un punteggio di 454 lunghezze contro le 387 della Mercedes.
Salvo colpi di scena o un improvviso risveglio da parte delle Frecce d’Argento, la Rossa potrà chiudere l’annata con una nota positiva. Sì perché in un momento del genere in cui si è in regime di budget cap a scalare, il piazzamento nella graduatoria complessiva è cruciale a causa del bonus economico che porta.
Dunque, il fondo che ha debuttato in Giappone e ha consentito a Charles Leclerc di salire sul terzo gradino del podio, sarà l’ultimo aggiornamento che vedremo sulla F1-75.
Se nel 2022, per sviluppare le loro monoposto i team hanno potuto attingere ad “appena” 140 milioni di dollari, più il 3% concesso dalla Federazione Internazionale per il forte rialzo dell’inflazione, il campionato prossimo i cordoni della borsa dovranno essere ulteriormente stretti.
“Il limite del tetto di spesa è stato raggiunto. Ciò significa che da qui ad Abu Dhabi non verrà più investito denaro sulla macchina attuale”, si legge sul report a firma del Cavallino che, di fatto, sancisce, la fine della sua ricorsa Mondiale.
Con le due trasferte asiatiche è quindi calato il sipario sull’equipe italiana che, d’ora in poi, dovrà soltanto fare affidamento su ciò di cui dispone.
Ricordiamo che questa è stata la stagione della rivoluzione tecnica nel Circus, con il debutto delle vetture ad effetto suolo. Una novità che ha messo particolarmente sotto stress gli iscritti.
Due sono stati i tipi di approccio seguiti. Chi regolarmente ha portato in pista piccole evoluzioni. Chi invece ha concentrato grandi upgrade in un numero esiguo di prove.
E l’equipe modenese fa esattamente parte di quest’ultimo gruppo. A secco nei primi cinque round, ha dato impulso al suo pacchetto di aggiornamenti in occasione dell’appuntamento al Montmelo. In quel frangete il ritocco riguardò principalmente carrozzeria e fondo. In Belgio, invece, prima trasferta europea post sosta estiva, a seguito della normativa TD039 appena introdotta, sono state riviste le altezze da terra e l’alettone.
Accusata di aver dormito rispetto ai competitor e di aver adottato un approccio più conservativo che aggressivo, la Scuderia si è probabilmente messa nei guai da sola. Poco è stato fatto per accrescere l’affidabilità, ma soprattutto, di sovente sono stati compiuti degli errori da parte dei driver stessi, del muretto e dei meccanici in fase di pit stop che ne hanno compromesso la resa e i risultati.
A differenza degli austriaci che, salvo nelle primissime corse, si sono sempre dimostrati capaci di massimizzare, la Ferrari ha mancato diverse occasioni, buttando via successi e addirittura top 3. E il gap accumulato in termini di punti ne è l’esatta prova.
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