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Motomondiale

Come bevono i piloti di MotoGP? Rimarrete a bocca aperta

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Davide Russo

I centauri della MotoGP affrontano grandi stress fisici nel corso di una gara. Esiste un sistema di idratazione super tecnologico. Ecco come funziona.

Uno dei problemi legati ad una doppia gara in ogni weekend di MotoGP sarà l’affaticamento fisico dei piloti. Ecco cosa cambia nel 2023. I rider sono sottoposti già ad un grande stress. Viaggi internazionali, calendari dilatati e una grande molte di test e sessioni ad ogni Gran Premio. I piloti perdono peso e diventa indispensabile una giusta alimentazione e idratazione, oltre all’allenamento costante.

MotoGP (Ansa Foto)

Tutti i piloti al mondo necessitano di sodio, magnesio, calcio e potassio nei weekend di gara. In pista lo sforzo fisico è notevole, bisogna rimanere concentrati a lungo per affinare le prestazioni e limare il decimo. I piloti sono dei veri e proprio atleti, oggigiorno, allenati quanto i campioni di altre discipline sportive. Per arrivare ai vertici e restarci i rider devono condurre una vita sana, facendo attenzione al reintegro idrico durante la gara. In una interessate intervista, rilasciata dal dottor Massimo Corbascio a Inabottle.com, ha analizzato la questione.

Il responsabile della Clinica Mobile Superbike e dal 2000 al 2005 e specialista sanitario per la tappa di Imola di Formula 1 ha sottolineato l’evoluzione della preparazione fisica dei piloti. “Tutti i piloti fanno molta attenzione alla preparazione di una gara. Ogni pilota ha le proprie abitudini e adotta una preparazione atletica personalizzata. Molti hanno il proprio fisioterapista e sono affiancati da personal trainer esperti di medicina sportiva”. I piloti ormai sono soggetti a viaggi continui intorno al mondo. La stanchezza potrebbe prendere il sopravvento in alcuni frangenti. I tempi sono molto cambiati rispetto alla classe 500 e i primi anni di MotoGP. I dati parlano chiaro: c’è un altro problema enorme.

L’approccio alle corse è diventato scientifico. “La mattina e durante la gara consigliamo ai piloti una lenta idratazione (200-400 ml) ogni 30-40 minuti di tipo iso-ipotonico, ovvero acqua con meno sali. Dopo la gara per reintegrare i sali persi col sudore, consigliamo invece un idratazione ipertonica, con una maggiore presenza di sali nell’acqua”, ha analizzato il dottor Massimo Corbascio. I piloti, in condizioni normali, perdono dal 2 al 3% di peso corporeo dei liquidi. Per questo motivo, subito dopo aver tagliato il traguardo, vedete i piloti bere dalle borracce acqua minerale con l’aggiunta di sali. “In particolare in Superbike, i piloti durante le 2 manche perdono dagli 800 ml ai 2 litri d’acqua, e nel giorno del Gran Premio, bevono dai 2 ai 4 litri d’acqua”, ha spiegato l’esperto.

MotoGP, il segreto dell’idratazione

In base alla disciplina motoristica cambia anche l’approccio. Durante una corsa di 40 minuti in sella ad una moto la frequenza cardiaca si aggira sui 200 battiti al minuto. I piloti di auto da corsa, invece, hanno una frequenza cardiaca leggermente inferiore perché sono immobili nell’auto. Un rider, invece, deve impostare le curve ed è come se danzasse sul mezzo. Naturalmente vi sono anche aspetti positivi. Un motociclista non avverte il calore di un abitacolo, come un driver. In un cockpit di una monoposto o di un abitacolo di una vettura le temperature sono, decisamente, più elevate rispetto all’aria che riceve un motociclista.

Le sostanze più utili durante l’attività fisica sono sodio, magnesio, calcio e potassio. Il dottore ha specificato che i sali principali sono contenuti in quasi tutte le acque minerali. “Durante la gara – ha analizzato il dottor Corbascio – alcuni centauri mettono all’interno della loro “gobbina” un serbatoio di mezzo litro d’acqua, collegato con una cannuccia al casco, grazie al quale quando si trovano in rettilineo riescono a bere, in modo tale da tenere le mucose sempre idratate e avere un certo sollievo. I piloti di formula 1, invece, hanno il loro serbatoio dietro la nuca all’interno dell’Hans, la specie di collare che evita che la testa sbatta contro il volante in caso di incidente”.

Più le temperature dell’asfalto e dell’aria sono elevate, più i piloti devono bene. Vi sono sfide molto impegnative da questo punto di vista. In Indonesia, Malesia i piloti sono costretti ad affrontare condizioni molto impegnative. Tra le tappe europee più demanding vi sono quelle spagnole e italiane che mettono sempre a dura prova i rider della MotoGP. Se non si è adeguatamente idratati, con una frequenza cardiaca molto elevata sulla moto, si può soffrire di una calo di riflessi e lucidità. La salivazione in quei casi aumenta, portando i piloti a rischiare di commettere errori o cadere. Per questo motivo i centauri sono seguiti da specialisti che conoscono tutto nel minimo dettaglio.

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Davide Russo
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