L’errore di Pecco Bagnaia pesa sul morale, ma il pilota Ducati ha ritrovato quel magico feeling con la sua Desmosedici GP.
Pecco Bagnaia ritorna a casa dopo il GP di Le Mans con uno zero punti che pesa tanto sul morale, ma nulla è andato perso nella corsa al titolo mondiale. Ovviamente sarà vietato commettere altri errori, perché dopo il primo terzo del campionato il gap in classifica da Fabio Quartararo è aumentato a 46 punti, ma tra il vice campione del mondo e la sua Ducati Desmosedici GP22 si è instaurato nuovamente quel magico feeling che ha contraddistinto il finale di stagione 2021.
Tra i lati positivi che Pecco Bagnaia porta a casa c’è la riconferma di poter ambire a risultati prestigiosi con questa moto, come dimostrano la vittoria di Jerez, la pole position di Le Mans e la stessa gara condotta in buona parte al comando, prima che la caduta a sei giri dalla fine rovinasse uno splendido week-end. Ma non certo un Mondiale che è ancora molto aperto e incerto, dove il pilota della VR46 Riders Academy può dire la sua.
A fare una lucida analisi della sintonia tra il torinese e la GP22 è stato l’ingegnere elettronico Tommaso Pagano ai microfoni di Sky Sport MotoGP: “Come in ogni sport la fiducia conta tantissimo, ancora di più per un pilota nel motorsport. Quando si trova a suo agio e ha la moto sotto controllo riesce a fare quello che desidera e fa veramente tanta differenza”.
Il primo step personale Bagnaia l’ha fatto l’anno scorso, con un titolo mancato per pochi punti, a causa di un inizio di Mondiale poco brillante. Ma nel finale è stato inarrestabile, dopo aver compreso come spingere al limite la Rossa di Borgo Panigale. “Pecco è cresciuto tanto l’anno scorso, quest’anno ha ripreso da lì anche se c’è stata qualche incertezza iniziale che però siamo riusciti a riprendere dopo le prime gare. Già a Termas de Rio Hondo ha ritrovato il giusto feeling”.
Dal Qatar a Le Mans il pilota piemontese ha progressivamente adattato il nuovo prototipo 2022 alle sue esigenze, specialmente per ottimizzare la fase di frenata e l’ingresso in curva, uno dei suoi punti di forza. “Voleva più stabilità e l’ha trovata”, ha aggiunto Tommaso Pagano. “E’ un pilota molto sensibile soprattutto nella fase di ingresso, nella gestione del freno anteriore e riesce a fare la differenza quando tutto funziona come lui vuole“.
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