Suzuki ha deciso di lasciare la MotoGP alla fine del campionato 2022. Una scelta che permetterà di risparmiare molti milioni di euro.
Nel week-end di Le Mans si è fatto un gran parlare della vicenda Suzuki, con Joan Mir e Alex Rins alla disperata ricerca di una sella libera per il prossimo anno. Il mercato piloti è stato sconvolto dai due leoni lasciati fuori dalla gabbia e sta rendendo complicati i programmi di molti piloti e team, che si sono visti investiti da una notizia che avrà sicuramente ripercussioni nel paddock.
In questa settimana Dorna incontrerà i vertici del marchio giapponese, per capire i reali motivi di questa decisione inattesa e stabilire la sanzione economica, insieme ai rispettivi legali, per l’uscita dal Mondiale. Infatti meno di un anno fa la Casa di Hamamatsu aveva rinnovato il contratto con gli organizzatori del campionato MotoGP per un altro quinquennio, fino al 2026. Si parla di una multa che potrebbe aggirarsi intorno ai 20 milioni di euro, ma sembrano briciole rispetto alla cifra che potrebbe risparmiare restando fuori dal paddock.
Secondo quanto riporta Speedweek.com Suzuki potrebbe guadagnare circa 150 milioni di euro nei prossimi quattro anni ritirandosi dalla MotoGP, anche se rischia una vasta perdita di immagine e una mancanza di innovazioni tecniche per la serie. Ora gli uffici legali di Dorna e del brand giapponese sono al lavoro per negoziare una sanzione contrattuale e Carmelo Ezpeleta vorrebbe imporre una cifra considerevole, anche per scoraggiare altri marchi a seguirne l’esempio.
Suzuki si è già ritirata dal Mondiale dopo il 2011, per tre anni. Il ritorno si è verificato nel 2015 con l’adozione del quattro cilindri in linea. Un entra ed esco a cui non è nuova l’azienda nipponica: nel 2017 ha annunciato da un giorno all’altro il ritiro dai campionati mondiali MX2 e MXGP.
Ma quanto risparmierà Suzuki con l’uscita di scena dal Motomondiale? Secondo conti approssimativi il budget annuale per partecipare alla MotoGP oscilla da 30 a 40 milioni di euro l’anno. Ma è anche vero che la prima tranche da 40 milioni per il 2022 è ormai investita, quindi 160 milioni dal 2023 alla fine del 2026. C’è anche da sottolineare che la richiesta di uscire dal Mondiale è dettata da una certa incapacità del brand giapponese a lanciare sul mercato dei modelli capaci di tenere testa alla concorrenza, incapace di tenere il passo con i tempi in termini di innovazione. A farne le spese è però il reparto corse.
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