Botta e risposta tra i vertici Red Bull e Ferrari a proposito della condotta durante il GP di Miami in presenza della Safety Car.
Terminate le schermaglie con il boss Mercedes Toto Wolff, Christian Horner ha spostato il suo mirino verso il muretto della Ferrari. L’occasione per qualche bella frecciata al lavoro delle Rosse gliel’ha fornita il GP di Miami, in particolare le tornate sotto Safety Car, entrata a seguito dell’incidente tra Gasly e Norris.
In quell’occasione né Leclerc, né Sainz sono rientrati per montare gomme fresche. Una decisione, questa, che secondo il dirigente Red Bull sarebbe stata sbagliata e di conseguenza avrebbe dato una mano importante a Verstappen, ormai proiettato verso la sua terza vittoria stagionale.
Informato dei commenti rilasciati dall’omologo alla stampa Mattia Binotto ha risposto pan per focaccia. Se l’inglese ha addirittura parlato di “fortuna” per il mancato cambio penumatici della scuderia avversaria, il capo di Maranello, ha sostenuto che tutto era preventivato e che in ogni caso non si sarebbe potuto verificare il sorpasso decisivo da parte di Leclerc su Max per andarsi a prendere il successo di gara.
D’altronde, ancora a caldo, il tecnico italo-svizzero aveva identificato nell’impossibilità di finalizzare la prima completa conquistata sabato pomeriggio, la presenza di almeno due decimi di distacco in termini di performance tra la RB18 e la loro F1-75.
Constatazione a cui il marito di Ginger Spice aveva ribattuto negando fortemente il presunto vantaggio di motore.
Tornando alla questione coperture e al presunto “liscio” strategico, il 52enne ha spiegato che il pit stop in fase di neutralizzazione della corsa non era stato effettuato non avendo più a disposizione dei set di soft fresche.
“Secondo le nostre valutazioni usufruire di una “scarpa” usata era più proficuo rispetto ad una nuova. Montando le hard, che avevamo ancora al box, avremmo faticato con la messa in temperatura“, ha argomentato a RacingNews365.com.
“Per questo abbiamo optato per restare fuori. Avevamo delle gomme già rodate ed eravamo convinti fosse la cosa migliore per noi, così da poter attaccare sin dalla ripartenza, come poi effettivamente è accaduto“, ha concluso. Peccato solo che non sia stato sufficiente, e che Charles abbia dovuto inchinarsi dal campione in carica. La nota positiva è rappresentata invece dal terzo posto di Carlos, che, ha rischiato di essere superato da Perez, ma alla fine ha resistito con forza.
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