Vettel si unisce al gruppo di detrattori del DRS. Il tedesco chiede alla FIA la sua rimozione per tornare ad avere sorpassi veri.
Ai puristi dell’automobilismo d’antan non è mai andato giù. Il bottone magico che consente alle vetture distanziate di meno di un secondo di aprire l’alettone a avere il sorpasso agevolato è stato vissuto come un oltraggio alle capacità del pilota. In questa maniera infatti, chi è alla guida non deve più dimostrare di possedere un buon metro di giudizio e una altrettanto ampia dose di coraggio, basta un gesto e la manovra è bel che confezionata.
Ciò significa che difficilmente si assiste ad errori, inoltre spesso, chi passa prende da subito il largo grazie allo slancio dato dalla minor deportanza e dalla maggior velocità ottenuti appunto dall’azionamento del sistema di riduzione del drag.
In tempi recenti Leclerc e Verstappen avevano al contrario definito l’escamotage tecnologico come ormai imprescindibile e ragione primaria di gara movimentate, ma in qualità di rappresentante delle competizioni vecchia scuola, Sebastian si è unito al coro dei più critici. Quello che ne vorrebbe la rimozione per riportare la palla in mano a chi guida, alla sua sensibilità e abilità di valutazione di rischi e opportunità.
“Sarebbe interessate rimuoverlo per verificare come funzionano le corse realmente. In quel modo avremmo la prova se effettivamente, con le nuove macchine si supera più facilmente“, ha commentato il portacolori dell’Aston Martin.
“Sono molto prudente sul tema ala mobile. In origine era stata introdotta come ausilio, ma ora ho l’impressione che sia l’unico viatico per passare un avversario“, ha proseguito nell’analisi. “Introdotto una decina d’anni fa come esperimento dovrebbe essere tolto con l’adozione di regole che consentano l’avvicinamento tra vetture“.
Nel Circus sognato da Seb c’è quindi un ritorno del corridore come fulcro dell’azione. Una strada che non sembra percorribile o prediletta dalle nuove generazioni, abituate alla playstation.
“Sorpassare è ancora complicato, tuttavia dovrebbe richiedere uno sforzo maggiore a chi è al volante. Solo in quel caso la riuscita avrebbe il sapore di ricompensa“, ha concluso con un tocco di romanticismo lontano dallo sport odierno che predilige lo spettacolo fine a sé stesso e non disdegna la polemica per ampliare la propria risonanza sui media.
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