A quasi un anno dalla scomparsa dall’ex Presidente della FIA Mosley la polizia ha reso pubbliche le vere cause del decesso.
Ha rappresentato la Federazione Internazionale dell’Automobile negli ultimi anni dell’era Ecclestone, ma il nome di Max Mosley, resterà per sempre legato ad un’altra vicenda, ovvero quella delle orge a tema nazista che lo fecero rimbalzare sui rotocalchi di tutto il mondo.
Anche a seguito di tale vicenda, nel 2009, decise di non rinnovare la propria candidatura al ruolo che ricopriva dal 1993 e da lì iniziò un lungo silenzio, interrotto soltanto dalla notizia della sua morte avvenuta, a 83 anni, il 24 maggio del 2021.
A quasi dodici mesi di distanza dal tragico evento, le forze dell’ordine britanniche hanno divulgato il motivo della scomparsa. Ebbene, il dirigente inglese si sarebbe tolto la vita a seguito di una diagnosi di linfoma non curabile ricevuta nel 2019. Stando alla nota della polizia si sarebbe provocato “ferite significative tramite un’arma da fuoco”.
Qui però si apre un mistero. Lo scorso aprile lo storico boss federale si era rivolto alla dottoressa Rasha Al-Quarainy, esperta in cure palliative del Central and North West London NHS Trust, tutt’altro che intenzionato a suicidarsi.
“Parlava molto ed era coinvolgente. Aveva in piano di rinnovare la casa“, ha ricordato al Daily Star. L’ultimo incontro è avvenuto il 4 maggio. In quel frangente il medico scoprì che aveva cominciato a fare uso di antidepressivi.
Stando invece a quanto dichiarato dal dottor Christopher McNamara, Mosley aveva insistito per proseguire delle cure aggressive, salvo poi accettare di essere in fase terminale.
“Con noi aveva parlato del suicidio, ma mai di un piano preciso perché diceva che la moglie non lo avrebbe mai concepito“, il suo riscontro.
Avendo ormai poche settimane davanti, Max avrebbe deciso di abbreviare la propria agonia. “Non avevo altra scelta“, la nota drammatica trovata accanto al suo letto.
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