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Formula 1

La rivoluzione tecnica in F1 l’hanno chiesta i piloti? Svelata la verità

Published by
Chiara Rainis

Il ripristino delle monoposto ad effetto suolo è tutta farina della FIA o c’è dietro qualcun altro? Ecco cosa è successo davvero in F1.

Mercoledì 23 febbraio sarà una data storica per la F1. Dopo un lungo periodo di stagnazione seguito al passaggio alla motorizzazione ibrida, si accenderanno le luci su una nuova generazione di monoposto. Quelle ad effetto suolo.

Charles Leclerc sulla F1-75 (Ferrari Twitter)

Come ci è stato raccontato finora, dietro alla decisione di creare una rottura con il recente passato ci sarebbero state le teste pensanti della Federazione Internazionale. Gli strateghi dello sport che, stanchi di vedere sempre i soliti noti vincere e monopolizzare i podi, hanno optato per l’inserimento di elementi che potessero contribuire ad un livellamento delle prestazioni, nonché ad un maggior numero di battaglie in pista.

Ma davvero è andata così? Nelle ultime ore infatti è emersa una realtà differente. A monte della scelta di riportare in auge le wing car ci sarebbe stato un gruppo di persone decisamente interessate.

La FIA cambia regole sulle gomme: cosa succederà in F1 dal 2022

Una lettera della GPDA ha rivoluzionato la F1

Come affermato dal capo dell’Associazione Piloti Alexander Wurz, tutti i protagonisti del campionato avrebbero prodotto un documento in cui si lamentava che le monoposto con la vecchia conformazione aerodinamica, stavano inibendo qualunque duello.

Sapevamo che c’era la possibilità di avviare un cambiamento ed abbiamo inviato la nostra lettera a Liberty Media, alle scuderie e ai federali per richiedere uno studio per modificare le regole“, ha spiegato a Motorsport.com. “Abbiamo domandato loro di analizzare un concept che permettesse ai driver di potersi seguire da vicino”.

L’aria sporca, come si sa, provoca la rapida usura degli pneumatici, disturba il comportamento dell’auto e impedisce di sorpassare, o comunque lo rende complicato.

Nel corso degli anni si è cercata una soluzione, ma senza una base solida. Il nostro scopo era aiutare lo sport”, prosegue il 48enne che ha poi spiegato come i driver siano contrarsi alle manovre poco romantiche e di valore, effettuate con il DRS. “Superare significa abilità e coraggio“, ha ribadito.

La FIA si piega alla Mercedes: cambiano le regole della safety car?

Infine, a proposito di quanto ci dobbiamo attendere dal 20 marzo in Bahrain, l’ex Benetton, McLaren e Williams ha predetto che qualcuno partirà comunque in vantaggio. “Una volta che le squadre avranno capito le regole avremo valori in campo più ravvicinati e corse più avvincenti. Bisogna essere realisti e pazienti“, la sua sentenza.

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Chiara Rainis

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