Con la sua consueta concretezza nordica Raikkonen si disinteressa alla battaglia iridata, anzi la definisce un mero show mediatico.
Kimi Raikkonen è uno dei pochi piloti in attività ad essere rimasto pane al pane, vino al vino. Lontano dalle polemiche, ma sempre onesto Iceman non si è sperticato in elogi ed esaltazioni del duello che sta vedendo protagonisti Lewis Hamilton e Max Verstappen.
Se per la prima volta dal 2014, anno dell’inizio dell’era ibrida, la Mercedes si è trovata a combattere con un team diverso, per il driver Alfa Romeo è stato perlopiù uno spettacolo creato dalla stampa, maliziosa abbastanza da cavalcare l’onda dell’antipatia tra i rispettivi boss Wolff e Horner.
“Per me è una lotta meno intensa del passato, anche perché non sono coinvolto”, ha affermato proclamandosi disinteressato al risultato finale. “Non me ne importa nulla. Chi avrà più punti al termine del GP di Abu Dhabi vincerà il campionato”.
Il 42enne di Espoo in qualità di più longevo della F1 di finali di stagione al cardiopalma ne ha vissuti parecchi e dunque ne sa qualcosa. In fin dei conti come dargli torto. Solo per fare alcuni esempi, il mondiale 2016 fu assegnato all’ultimo metro a Rosberg, il 2008 premiò Ham, ma soltanto dopo la bandiera a scacchi per il famoso arretramento improvviso di Glock, e il suo, ovvero del finlandese, nel 2007 con la Ferrari lo premiò appena per una lunghezza?
“Penso che sia stato scritto molto su questa storia e soprattutto sul nulla”, si è sbilanciato il #7 parlando addirittura di racconti artefatti per tenere vivo l’interesse sul Circus.
Nello specifico il finnico si è soffermato su quanto accaduto al giro 48 del round di Interlagos tra i due contendenti alla coppa. “Non si sono neppure toccati!”, ha considerato. “Personalmente ho visto e vissuto di peggio”, ha quindi minimizzato le voci dei giornalisti.
Chiara Rainis
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