Il team principal della Ferrari Binotto prende le difese della Mercedes circa il suo motore in versione “missile”.
Mattia Binotto ha deciso di schierarsi apertamente a favore della Mercedes nell’ennesima polemica scatenata dopo un GP.
Al termine del recente round di Interlagos, la dirigenza Red Bull, in coro, aveva alimentato dubbi sulla regolarità del propulsore di Hamilton. Come noto sulla W12 dell’inglese era appena stato montato un nuovo ICE e la prestazione monstre messa in atto sia nella Sprint Qualifying, sia nel vero e proprio gran premio ha destato perplessità nella diretta rivale.
L’accusa è quella di aver dotato l’auto #44 di un propulsore potenziato rendendo un “missile”, come lo ha definito il talent scout energetico Helmut Marko. “Gli altri sembravano avere un marcia in meno rispetto a lui”, la stoccata.
Che a Stoccarda abbiano studiato qualcosa per evitare di cedere entrambe le coppe agli austriaci? Secondo il capo della Ferrari la risposta è no. A suo avviso tutto ruoterebbe attorno alla capacità di una vettura di adattarsi maggiormente ad un tracciato piuttosto che ad un altro.
“In Brasile loro erano semplicemente più forti. A dimostrarlo lo stesso Bottas che pure non aveva sostituito la PU. Le sue prestazioni erano simili a quelle di Ham”, ha sentenziato l’ingegnere.
E agganciandosi al rimontone dell’asso di Stevenage tra sabato e domenica, il manager italo-svizzero ha ribadito un pensiero espresso già nel recente passato, appoggiato tra l’altro dal ferrarista Charles Leclerc. Quello dell’inserimento della griglia invertita nella mini-corsa.
“Abbiamo visto numerosi sorpassi e questo ha reso la gara interessante, per cui sono convinto che si debba discuterne”, ha asserito una volta di più.
Passando invece alla cronaca di Maranello, il 52enne si è detto ottimista sulla possibilità di portare a casa il terzo posto costruttori visti i 31,5 punti di vantaggio sulla McLaren.
Chiara Rainis
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