L’impegno di Hamilton per il sociale questa volta si è spinto oltre. Ecco cos’ha fatto con la collaborazione di un partner.
Spesso è stato criticato perché fautore di proclami seguiti da pochi fatti. In questo caso però Lewis Hamilton ha saputo dare concretezza alla sua volontà di agevolare l’integrazione delle minoranze nel motorsport.
Come noto, assieme al boss Mercedes Toto Wolff, il #44 ha creato una commissione per facilitare l’ingresso di chi per molto tempo è stato tenuto ai margini delle discipline a quattro ruote. Così, aiutato dallo sponsor UBS, ha dato la possibilità a tre bambini, due neri (un maschio e una femmina) e un bianco, di varcare la soglia del quartier generale di Brackley e di toccare con mano cosa significa lavorare in F1.
Travestito da ingegnere e camuffato in volto, il sette volte iridato si è prima celato agli occhi degli aspiranti tecnici, togliendosi la maschera solamente dopo aver estratto il volante dalla sua monoposto.
Inutile soffermarsi sulla meraviglia dei ragazzini rimasti senza parole, ma poi subito pronti a porre diverse domande. Alla fine l’emozionante incontro si è concluso con uno sprone da parte dell’asso di Stevenage a studiare, impegnarsi e a lottare per i propri sogni.
“Nel 2020 solo il 3% del personale della nostra scuderia era di colore”, si legge sul report redatto da Ham. “Ora siamo al 6%, e abbiamo l’obiettivo di arrivare al 25% nei prossimi quattro anni. Spero che nel futuro si possa avere una F1 più in linea con il mondo. Ovviamente non potrò correre per sempre, ma se riuscirò a vedere questo cambiamento potrò dire che il tempo trascorso qui è stato speso bene”.
Chiara Rainis
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