Amato dal pubblico forse più per la sua personalità che le doti al volante, Raikkonen festeggia i suo 42 anni in Italia.
Biondissimo, occhi penetranti e atteggiamento da “je m’en fous”. Così si era presentato Kimi Raikkonen in F1 nel lontano 2001. Poca voglia di chiacchierare, molta di invece guidare e di parlare con le azioni. Anti-divo e anti-personaggio, con il tempo il finnico lo è diventato.
Quel suo essere “Iceman”, ossia un uomo di ghiaccio, un po’ alla Clint Eastwood, lo ha fatto entrare nel cuore di milioni di tifosi e tutt’ora è il pilota con più sostenitori nel Circus. I detrattori potrebbero sostenere che la ragione è la sua longevità. In realtà sono la sua velocità, mista alla personalità che ricorda quella dei driver dell’epoca d’oro della disciplina ad aver convinto.
A suo favore gioca anche una certa signorilità nel modo di confrontarsi con team e colleghi. Sempre lontano dalle polemiche, ha sposato in toto la causa del lavare i panni sporchi in casa, a differenza di altri che, negli anni, non hanno esitato a sputare veleno su più fronti a favor di telecamere.
Non essendo un pesce e nemmeno un maggiordomo, l’iridato 2007, nel corso della sua carriera non ha comunque taciuto di fronte ad errori del muretto o alle ingiustizie, lanciando affermazioni diventate quasi un brand, vedasi lo storico “lasciatemi in pace, so quello che faccio”, pronunciato via radio nelle fasi calde del GP di Abu Dhabi 2012.
Questa domenica il finnico ha celebrato le 42 primavere, si vocifera a Milano, e già sono in molti a sentire la sua mancanza. Come sappiamo nel 2022 non lo vedremo più in griglia e di certo, nonostante al momento ci siano ragazzini di grande talento e dal roseo futuro, l’assenza di un corridore tanto carismatico si avvertirà. Che piaccia o no, il portacolori dell’Alfa Romeo resta l’ultimo superstite di un’era romantica dell’automobilismo. Quella che viveva di motori, benzina e rumore e non di playstation e simulatori.
Tanti auguri Kimi!!
Chiara Rainis
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