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Formula 1

Due tragedie assurde in Formula 1, lo stesso giorno e sulla stessa pista

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Oscar Slaifer

Quella dell’8 ottobre è una data rimasta tragicamente iscritta nella storia della Formula 1 per due terribili drammi

Francois Cevert (Foto di Don Morley / AllsportUK/Getty Images)

Il 6 ottobre è una data che per la F1 riporta alla mente due tragedie che hanno segnato profondamente il Circus. Parliamo delle morti di Francois Cevert ed Helmuth Koinigg. Due incidenti molto simili, accaduti a un anno di distanza l’uno dall’altro. E per altro sullo stesso circuito.

6 ottobre 1973, la morte di Cevert

La prima tragedia accade nel 1973. Cevert è un astro nascente della F1, un talento vero, che in quella stagione punta decisamente al titolo di vicecampione del mondo. Il Circus arriva a Watkins Glen, negli Usa, con il francese che vuole “vendicare” l’incidente rimediato il GP precedente in Canada, dove ha riportato anche una ferita alla caviglia.

Qui Cevert vinse nel 1971 e le premesse erano favorevoli. Il transalpino ingaggia subito un duello con Ronnie Peterson, ma durante le prove va a schiantarsi ad oltre 200 chilometri orari contro le barriere metalliche. L’auto poi ritorna in posta per andare a concludere il suo volo dall’altra parte, sempre contro le barriere. La monoposto è spezzata e che la situazione sia drammatica lo si capisce fin da subito. A intervenire sul posto dopo pochi istanti sono l’amico Jackie Stewart, Jody Scheckter e Carlos Pace. Ma per il pilota non c’è nulla da fare.

Cevert infatti è già morto: una delle ruote anteriori gli ha sfondato il casco, inoltre le lamiere del guard rail hanno straziato il suo corpo. Addirittura il pilota non viene neanche estratto subito dalla carcassa della Tyrrell, ma si procede col rimuovere l’auto direttamente con il carro attrezzi. Ancora ignote le cause dell’incidente: si parla di una guida troppo aggressiva in quel punto, ma anche di un malore (poco prima infatti aveva avuto una crisi di vomito e su casco e tuta se ne trovarono altri segni).

La morte di Cevert sconvolse il mondo della F1. E il più colpito fu proprio Stewart, che l’anno successivo avrebbe ceduto il proprio posto di prima guida in Tyrrell proprio al francese. Lo scozzese, alla soglia dei 100 GP, decise di appendere il casco al chiodo proprio in quella circostanza.

6 ottobre 1974, Koinigg e una morte assurda

Esattamente un anno dopo il Circus viveva un’altra giornata nera. E sempre a Watkins Glen. Koinigg arrivò all’appuntamento americano con una sola gara disputata. Aveva tentato di qualificarsi con una Brabham in affitto nel GP di casa, quello d’Austria, ma senza successo. Il team Surtees lo ingaggiò alla fine per le ultime due corse stagionali.

Dopo un decimo posto in Canada, Koinigg aveva attirato le attenzioni di diverse scuderie. Ma quel GP americano per lui durò solo dieci giri. Una foratura lo portò a schiantarsi contro le barriere frontalmente dopo una curva. L’impatto fu terribile: la monoposto passò sotto il guard rail, ma il pilota rimase decapitato. Una tragedia incredibile, che non fermò il GP, che invece continuò senza problemi. Anzi. La macchina rimase lì, con il corpo al suo interno, coperto solo da un semplice telo.

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Alcune fasi del Mondiale 1974 (Foto di Getty Images)
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Oscar Slaifer

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