Il mistero sul malessere che ha colpito Leclerc nel corso dell’FP2 a Monza si infittisce. Emersi nuovi dettagli sull’accaduto.
Che cosa è successo veramente a Charles Leclerc nel Tempio della Velocità sabato mattina? Se lo sono chiesti in molti, evidentemente e ancora se lo stanno domandando. Per chi non ricordasse il pilota Ferrari è stato costretto ad interrompere il secondo turno di prove libere, l’ultimo prima della Sprint Qualifying a causa della nausea e del mal di testa.
Ma è andata davvero così? A quanto pare no. O meglio tutto il tormento fisico del monegasco sarebbe esploso dopo una conversazione piuttosto accesa con il boss Mattia Binotto.
Riassumendo la vicenda, il #16, nel bel mezzo di un run aveva avvisato il suo box via radio che sarebbe rientrato senza però dilungarsi in spiegazioni. Condotto al centro medico e lì visitato, era poi stato dichiarato idoneo a proseguire l’attività.
Stando però alle indiscrezioni di f1sport.it, il principio di tutto sarebbe stato, appunto, un violento confronto verbale con il responsabile del team nelle ore precedenti all’FP2 che gli avrebbe provocato un accumulo di rabbia e tensione, nocive per il lavoro da fare in pista.
Non bastasse, sempre stando alle chiacchiere, all’alterco avrebbe partecipato pure Nicolas Todt, che da tempo, ormai, si occupa del 23enne. Ma perché tanto livore tra le parti?
Come nei migliori intrecci la ragione sarebbe stata un’altra persona, ossia Sainz. A quanto pare, l’ingegnere nato in Svizzera, avrebbe comunicato l’intenzione della scuderia di seguire le direzioni tecniche proposte da Carlos ritenendole più affidabili rispetto a quelle del Predestinato. Una strada che ovviamente il ragazzo non ha preso bene e con lui il potente procuratore.
Proprio nel corso del weekend, a sports.ru, il 51enne aveva sottolineato come il Cavallino sia un corpo unico e che solo con la sinergia si possono ottenere i risultati.
Chiara Rainis
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