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MotoGP

“Così nacque il simbolo di Valentino Rossi”: la rivelazione inedita di Drudi

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Fabrizio Corgnati

Aldo Drudi, grande designer e amico storico di Valentino Rossi, racconta per la prima volta come nacquero i suoi simboli diventati mitici

Valentino Rossi (Foto GEPA pictures/ Manfred Binder/ Red Bull)

Aldo Drudi non è solo un grandissimo designer, un artista divenuto noto e famoso in tutto il mondo dei motori (e non solo). È anche un amico di famiglia di Valentino Rossi, con cui ha stretto un’amicizia inseparabile fin da quando il Dottore era piccolissimo.

“Lo conosco da bimbo perché ero amico di suo papà Graziano e frequentavo molto la sua famiglia”, racconta in una lunga intervista concessa ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “Quando era un ragazzino che voleva entrare nel Mondiale lo indirizzai verso il manager numero 1, Carlo Pernat“.

Le origini del colore e dei caschi di Valentino Rossi

Il resto è storia, come si dice. Da allora fu una lunga cavalcata trionfale, durante la quale Drudi rimase sempre al fianco del fenomeno di Tavullia. Disegnando tutti i caschi entrati nel mito con cui ha corso in questi anni. Non solo quelli speciali sfoggiati ogni anno in occasione delle gare di casa, ma anche quello ormai famosissimo con cui cominciò, con il simbolo ormai diventato arcinoto con il sole e la luna.

“Lui lo voleva già per l’Europeo, ma promisi di farglielo solo per il suo arrivo nel Mondiale”, svela il retroscena il designer. “Era giallo e nero con il sole e la luna. Quella grafica ha una storia. La fidanzata di un mio amico, Jumbo, si fece tatuare il suo profilo: Vale lo vide, gli piacque e volle che la grafica della sua luna fosse simile. Io poi ci ho aggiunto il sole con stile analogo: rappresentano il contrasto fra il giorno, il momento in cui Valentino è irrefrenabile, e la notte che ha una dimensione per lui più riflessiva”.

Per non parlare del giallo, divenuto ormai un sinonimo del nove volte campione del mondo. Anche quello fu opera di Aldo: “È un colore acido che mi è sempre piaciuto molto. Ai miei inizi, ricordo che nel Mondiale lo portò Kenny Roberts che aveva il casco e pure la Yamaha di quel colore. Io iniziai a fare delle personalizzazioni gialle per Kevin Schwantz e quando lui smise dissi a Vale, che stava iniziando, che poteva prenderne le consegne. Da piccolino Valentino correva infatti proprio con il casco di Schwantz con una tartaruga di pezza attaccata sopra”.

Il designer Aldo Drudi (Foto Mirco Lazzari gp/Getty Images)

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Fabrizio Corgnati

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