Anche questa volta Jack Miller non si è tirato indietro quando si è trattato di esprimere un punto di vista molto forte a microfoni accesi
L’ha toccata piano, Jack Miller, come del resto è sua abitudine. Se c’è una cosa che non manca al pilota australiano è sicuramente la schiettezza, che a volte rischia però di sconfinare nella brutalità.
Un po’ come è successo ieri, nella conferenza stampa alla vigilia del Gran Premio d’Austria, al Red Bull Ring, quando i giornalisti lo hanno stuzzicato sull’argomento del giorno: la sospensione di Maverick Vinales da parte della Yamaha.
Pur ribadendo la sua intenzione di non intervenire sui problemi delle squadre rivali, Miller in effetti non si è tirato indietro dall’esprimere il proprio punto di vista. Che, a differenza di quanto hanno dichiarato alcuni suoi colleghi, è fortemente critico nei confronti di Top Gun, accusato dalla squadra dei Diapason di aver voluto provocare intenzionalmente la rottura del motore nel corso dell’ultima gara.
“È molto semplice: siamo pagati per correre, non per fare gli influencer”, sono state le parole del portacolori della Ducati. “Non voglio esprimermi su chi abbia ragione tra Vinales e la Yamaha, sono questioni che riguardano soltanto loro. Però dal mio punto di vista resta il fatto che se uno è pagato per correre deve correre e cercare di battere gli avversari”.
Il parere di Jackass è che Vinales sia venuto meno ai suoi obblighi professionali: “Qualunque cosa accada bisogna essere professionisti e correre”, prosegue. “Anche a me è capitato di rimanere fermo sulla griglia di partenza. Mi è successo in Thailandia, una delle piste più calde e torride del Mondiale. Eppure mi sono dato da fare per raggranellare almeno un punto in quell’occasione. Perché sono pagato per quello e anche per parlare con voi teste di c***o”, è stata la stoccata finale rivolta proprio ai cronisti che lo stavano interrogando.
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