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Allerta benzina sporca: come possono difendersi gli automobilisti

Published by
Luigi Ciamburro

La benzina sporca è un fenomeno che sta diventando sempre più diffuso. Come possono difendersi gli automobilisti?

Stazione di servizio

E’ tempo di vacanze e di lunghi spostamenti in auto, ma per gli automobilisti crescono gli inconvenienti. Non solo i prezzi del carburante che stanno salendo alle stelle negli ultimi giorni, ma bisogna fare i conti anche con il problema della benzina sporca. Un fenomeno che purtroppo sta divenendo sempre più frequente da Nord a Sud e che provoca anche danni seri ai motori, con conseguenti spese per i proprietari.

Un raggiro che riguarda soprattutto le auto a diesel più che quelle a benzina e, secondo Fabio Orsi, titolare della Mazzoli Iniezione a Bologna, capita più spesso presso le stazioni di servizio situate in autostrada: “Capita meno con la benzina, molto più di frequente col gasolio. Bisognerebbe chiedere ai pe. Io consiglio di evitare il rifornimento in autostrada, perché c’è più smercio ed è più facile trovare residui, e alla mattina, quando le cisterne scaricano”.

Il gasolio è un prodotto più grezzo della benzina, se non viene lavorato bene o non si puliscono le cisterne si forma un fondo di sporcizia nociva per le auto. “La benzina inquinata si trova annusandola o dandole fuoco, può dipendere da un errore del gestore. Se capita, bisogna pulire tubazioni e impianti e aggiungere benzina con additivi specifici, sperando, nei motori a gasolio, che non siano danneggiati iniettori e pompe. Il conto può partire da poche centinaia di euro fino a 3 mila e oltre nei casi più gravi“, riporta il sito Tecnoandroid.

Come difendersi

Cosa possono fare gli automobilisti per difendersi dal rischio di “benzina sporca”? Innanzitutto fare attenzione ai prezzi toppo bassi, poiché può nascondere una raffinazione approssimativa, la mancanza di particolari additivi chimici per espellere qualsivoglia particella “estranea” o una deliberata aggiunta di acqua per poter sostenere i prezzi più bassi. Ovviamente ci sono anche distributori più onesti, specie le cosiddette pompe bianche, che non investono sulla pubblicità e risparmiano sul personale.

Un altro consiglio è farsi dare sempre una ricevuta oppure pagare con bancomat o carta di credito. Solo così sarà possibile richiedere un eventuale risarcimento in caso di danni.
Altro passo importante è denunciare il tutto entro due mesi dalla scoperta, tramite il vostro avvocato di fiducia o ricorrendo alle maggiori associazioni dei consumatori, allegando un attestato dell’officina in cui si dichiara la presenza di acqua nel serbatoio.

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Luigi Ciamburro

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