Valentino Rossi ha spiegato le modifiche, tecniche e allo stile di guida, che hanno cambiato il volto della MotoGP negli ultimi due decenni
Dal passaggio ai motori due tempi a quelli a quattro tempi, fino alla fioritura di ali e alette sulle carrozzerie, passando per l’ingresso a gamba tesa dell’elettronica. Le moto di oggi della classe regina del campionato del mondo sono diventate letteralmente irriconoscibili rispetto a quelle di solo un paio di decenni fa.
Ne sa qualcosa Valentino Rossi, il veterano tra tutti i piloti della MotoGP, l’unico ad essere ancora in attività tra coloro che avevano esordito con la vecchia 500. Tanto che non sono in pochi a sostenere che la sua attuale crisi di rendimento e di risultati sia dovuta proprio alla difficoltà di modificare il suo modo di stare in moto, rispetto a come era abituato in passato, per l’ennesima volta nel corso della sua lunga e impareggiabile carriera.
Per questo motivo, proprio lui è nella miglior posizione per spiegare quanto siano stati significativi i cambiamenti intervenuti nella storia recente del Motomondiale e quanto abbiano influito sulla guida sua e dei suoi colleghi.
“Lo stile è cambiato negli ultimi anni, specialmente per quanto riguarda la posizione in sella: tutti sporgono molto la testa e le spalle in curva”, ha raccontato il Dottore nella conferenza stampa finale del Gran Premio d’Olanda ad Assen. “Le MotoGP di oggi sono fisicamente molto esigenti. Permettono di frenare più tardi e di entrare veloci in curva e questo ha cambiato anche le traiettorie che si adottano”.
Il cambio di stile e di stress fisico è stato dovuto primariamente alle novità tecniche: “Sicuramente l’aerodinamica permette una migliore accelerazione e una frenata più ritardata. Con queste soluzioni la moto diventa più pesante nei cambi di direzione, serve più forza. Ma credo che le differenze maggiori siano dovute all’evoluzione delle gomme, dei freni e dell’elettronica”.
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