Pedro Acosta leader del Mondiale all’esordio in Moto3. Fino a qualche anno fa il suo motto era: “O la gloria o l’ospedale”.
Pedro Acosta è la più grande rivelazione di questo Motomondiale, un autentico fenomeno nella classe Moto3 dove guida la classifica in veste di rookie, come vittorie spettacolari che hanno fatto sgranare gli occhi agli addetti ai lavori. Ancora una volta è un “prodotto” made in KTM e la casa austriaca farà di tutto per blindarlo.
Il “Tiburon’ di Mazarrón ha fatto un bilancio di questo inizio Mondiale ai microfoni di Motogp.com, raccontandosi dalle sue prime esperienza ai progetti futuri in cantiere. “Nel mio primo anno nella Rookies Cup (2018, ndr) non avevo niente da perdere e molto da guadagnare. Ho imparato a essere calmo, a pensare di più alla moto e a sapere che essere secondo sul podio non è un grande disastro, perché la mia mentalità fino a quel momento era ‘Gloria o Ospedale’, e lì ho imparato che l’ospedale non era il modo migliore”.
Nel passaggio in Moto3 ha trovato subito una squadra di grande livello che gli ha creato intorno l’ambiente di cui necessitava per esprimere subito e al massimo il suo talento. “Qui al Mondiale è un po’ più facile, qui hai più prove libere, più persone che lavorano con te, perché nella Rookies Cup avevi solo il tuo assistente e il ragazzo con le sospensioni. Qui puoi trovare prima l’assetto rispetto alla Rookies Cup”.
Tre vittorie nelle prime sette gare, testa della classifica e un futuro che lo vede proiettato già in Moto2, anche se potrebbe decidere di farsi le ossa nella classe minore anche nel 2022… La parola pressione non entra al momento nel vocabolario di Pedro Acosta. “Preferisco andare di gara in gara, perché se comincio a pensare in campionato posso commettere degli errori che normalmente non farei… Vedremo cosa succederà l’anno prossimo. Forse andrò in Moto2, perché mi piacciono di più le moto grandi e forse mi si addicono di più per via del mio stile. Se vado in Moto2 sarà un passo avanti, se non salgo potrò imparare di più in Moto3”.
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