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Formula 1

Vettel, a Baku cominciò il declino. Ora sarà il luogo della rinascita?

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Oscar Slaifer

Diversi podi per Vettel in Azerbaigian ma fu lì che si rese protagonista 4 anni fa di un duello rusticano con Hamilton, che ne ha segnato forse il destino

Sebastian Vettel, alla sua prima stagione in Aston Martin (Photo by Bryn Lennon/Getty Images)

Una stagione che, per il momento, per Sebastian Vettel è ben diversa da quanto si aspettava a inizio anno. Pochissimi i punti raccolti nei primi cinque appuntamenti iridati. Ma a Baku il tedesco vuole confermarsi nei primi dieci, un segnale di crescita del team ma anche suo.

Vettel, a Monaco il primo segnale di ripresa

Due quindicesimi e due tredicesimi posti. Per Seb una prima parte di 2021 al di sotto delle aspettative. Una Aston Martin che è sembrata fin dai test indietro rispetto alla concorrenza, alle prese prima con problemi di gioventù della vettura e del motore Mercedes, poi con una vettura che sembra comunque lontana parente di quella “pimpante” (ma non troppo) vista lo scorso anno, quando era la copia esatta o quasi della Mercedes 2019.

Vettel però ha dato un primo colpo a Montecarlo, nel circuito dove i piloti possono ancora fare la differenza, più delle monoposto. Un quinto posto che per ora sa di vittoria per il tedesco, che nel weekend che poteva essere tra i più complicati ha tirato fuori tutta la sua classe per portare a casa i primi punti di una stagione che ora può davvero svoltare.

Baku, tra podi e quella “ruotata” a Lewis da dimenticare

Ora per Vettel arriva un altro gran premio che può confermare la crescita della sua Aston Martin. A Baku, in Azerbaigian, dove ha sempre mostrato comunque delle buone prestazioni. Sin dal 2016, quando portò a casa un secondo posto. a cui seguirono due quarti e un terzo posto nel 2019, l’ultimo anno in cui si è corso nel circuito cittadino azero.

C’è da dire però che la gara del 2017 è forse stata un pesante spartiacque per la carriera di Seb. Infatti nel corso della gara fu protagonista in negativo di un episodio che, a distanza di anni, possiamo dire che abbia segnato profondamente il suo cammino nella F1, visto quanto accaduto dopo.

In quell’anno, al volante della SF70H, Vettel sembrò davvero capace di poter raggiungere il titolo che alla Ferrari mancava da ben dieci anni. Nelle prime sette prove di quella stagione arrivarono tre vittorie e tre secondi posti, che lo proiettarono in testa al campionato. Ma a Baku qualcosa si spezzò.

Partito in seconda fila, Vettel sfruttò subito lo scontro Bottas-Raikkonen per piazzarsi alle spalle di Hamilton, partito dalla pole. Poi ben due safety-car a fermare la corsa. Ed è nella seconda ripartenza che avvenne uno degli episodi più controversi degli ultimi Mondiali.

Hamilton, prima dell’ultima curva, quasi si piantò per prendere distanza dalla safety-car. Il tedesco non riuscì a frenare in tempo e piantò il suo musetto sugli scarichi della Mercedes, perdendo pezzi dell’ala anteriore. Un fatto questo che fece andare su tutte le furie il pilota Ferrari, che affiancò Hamilton e lo colpì con una ruotata. Un fallo di reazione in pieno stile, che  gli costò dieci secondi di penalizzazione.

Un gesto che però ne minò le certezze fino a quel momento acquisite, con un Mondiale che sfuggì nei mesi successivi anche per altri errori. Così come nel 2018. Per molti fu quello il primo episodio che portò al calo di Vettel, che da allora ha vissuto una parabola discendente. Stavolta ha l’occasione per riscattare tutto e mandare un messaggio alle malelingue: Vettel non è finito.

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Sebastian Vettel con la Ferrari a Baku nel 2017 (Photo by Mark Thompson/Getty Images)
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Oscar Slaifer

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