In una lunga intervista a cuore aperto, Valentino Rossi si è confessato sia nel ruolo di pilota, sia in quello futuro di team manager
In questo momento, Valentino Rossi in un certo senso indossa una doppia veste. Da un lato si sente ancora pilota e, nonostante le difficoltà che sta incontrando in questa stagione sulla Yamaha satellite del team Petronas, non pare avere realmente intenzione di ritirarsi.
Dall’altro, però, si vede già nel futuro come team manager, della sua squadra VR46 che, a partire dal prossimo anno, sbarcherà a tempo pieno in MotoGP. Proprio in questi giorni, il Dottore ha concesso un’intervista nella quale, appunto, si mostra in un certo senso sospeso tra i due ruoli, quello del passato (e del presente) e quello del futuro.
Il numero 46 mette le mani avanti spiegando le ragioni che lo portano a rimanere ancora sulla griglia di partenza, nonostante i quarantadue anni suonati e la crisi di rendimento e di risultati.
“Negli ultimi anni ho avuto meno paura di smettere”, ha confessato ai microfoni della rivista specializzata inglese Motorcycle News. “Pensavo che una volta chiuso il capitolo delle corse sarebbe stato tutto molto noioso. Il fatto è che mi piace la vita da atleta, allenarmi ogni giorno per essere in forma e avere un obiettivo. Forse quando smetterò dovrò trovare qualcosa che sia altrettanto importante per me”.
Ma la carta d’identità non sembra affatto pesare né sull’umore, né sulle motivazioni del nove volte iridato: “Ora, anche se sono il più vecchio, non mi sento solo. Ho molti amici nel paddock, a partire dai piloti dell’Academy, e passiamo molto tempo insieme divertendoci. Questo mi mantiene giovane”.
Quel che più conta, insomma, per lui sono proprio gli stimoli, come ha rivelato in prima persona. Quelli che fino ad oggi ha trovato in sella alla sua moto e che, un domani, potrebbe cercare sul muretto box del suo team. Intanto una prima rilevante vittoria nella posizione di boss l’ha già ottenuta: la firma del contratto di sponsorizzazione che gli porterà in dote i petrodollari sauditi necessari per completare il budget per correre in MotoGP.
“Abbiamo lavorato sull’accordo con Tanal Entertainment Sport & Media per due anni, da quando l’architetto Marco Bernardini, consulente del Principe (Abdulaziz bin Abdullah Al Saud, ndr), ci ha messo in contatto”, spiega Vale. “Non abbiamo mai parlato direttamente con Aramco, ma con Tanal e il Principe. Abbiamo inoltre garanzie bancarie per salvaguardare l’operazione”.
E per la squadra di Tavullia si tratta di un salto importante: “Sono orgoglioso del lavoro che è stato fatto con VR46“, ammette. “Per me è come un cerchio che si chiude: siamo partiti dieci anni fa con Franco Morbidelli e mio fratello Luca (Marini, ndr), abbiamo fatto il team di Moto3, poi di Moto2 e ora andremo in MotoGP“. Come a lasciar intendere che, dopotutto, Valentino Rossi cominci già a vedersi nel nuovo ruolo di team principal. E anche con soddisfazione.
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