Il boss Haas Steiner risponde alle voci secondo cui nelle prossime settimane la scuderia verrà ceduta al padre di Mazepin.
Una precisazione va comunque fatta. Nei mesi scorsi quando la F1 era attanagliata dalla morsa del Covid e delle difficoltà economica da lui prodotte, il patron Gene Haas lo aveva detto chiaro e tondo che non avrebbe più versato un dollaro per sostenere la scuderia nata nel 2015 e portata al debutto l’anno successivo, dunque dietro alle recenti indiscrezioni potrebbe esserci un fondo di vero.
Partita come team B della Ferrari e inizialmente abbastanza competitiva, la scuderia a stelle e strisce ha pian piano perso la bussola sprofondando in fondo griglia dove ora è tra le protagoniste onnipresenti.
Letteralmente salvata dallo sponsor russo Uralkali tanto da stravolgere la classica livrea grigia che dall’esordio aveva caratterizzato la monoposto americana, Gunther Steiner ha assicurato, forse per non scoprire le carte, che la scuderia non passerà nelle mani del ricchissimo Dmitry Mazepin, papà di Nikita.
“Sono chiacchiere senza fondamento. La Haas appartiene a chi l’ha creata e così continuerà ad essere”, ha affermato dal paddock di Portimao il manager. “Nessuno è felice dei risultati attuali, ma il fondatore sa perfettamente quale percorso abbiamo intrapreso, inoltre è ancora innamorato della F1”.
Come noto l’equipe con base a Banbury ha scelto di non sviluppare la vettura del 2021 proprio per non privare il progetto 2022, quello della rivoluzione tecnica, delle risorse necessarie per poter sfruttare al meglio l’occasione portata dal cambiamento, di conseguenza da qui ad Abu Dhabi non potrà che faticare.
“L’obiettivo per noi è la ripresa nel medio termine”, ha asserito l’ingegnere meranese spegnendo i pettegolezzi. Al momento, dunque, il magnate di Mosca dovrà stare alla finestra, ma non è affatto scontato che non possa intraprendere lo stesso tipo di scalata operato da Lawrence Stroll con la Racing Point.
Chiara Rainis
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