Sebastian Vettel, reduce da un altro risultato deludente a Imola, punta il dito contro la direzione gara del Gran Premio dell’Emilia Romagna
È un Sebastian Vettel visibilmente sull’orlo di una crisi di nervi. Quella che doveva essere la stagione della sua rivalsa, dopo l’appiedamento subito dalla Ferrari, si sta trasformando in un disastro ancora più grande.
I suoi primi due Gran Premi disputati sotto le insegne della Aston Martin si sono conclusi con un quindicesimo posto ed un ritiro: quello di domenica a Imola, viziato peraltro da uno stop&go di dieci secondi inflittogli perché la sua squadra non aveva montato tutte e quattro le gomme sulla griglia di partenza entro i tempi previsti dal regolamento, ovvero al massimo cinque minuti prima della partenza.
Il motivo di questo ritardo era un problema ai freni che il tedesco aveva riportato nel corso del giro di schieramento. Vettel ha dovuto attendere però fino al ventunesimo giro prima di poter scontare la sua penalità, e dunque se l’è presa con la direzione gara, che ha atteso a suo dire troppo a lungo prima di esprimere il suo verdetto.
“Credo che la nostra gara sarebbe andata meglio se la Fia fosse stata più veloce”, ha protestato Seb. “Abbiamo violato una regola, per questo ci siamo presi una penalità. Ma loro non si sono disturbati a comminarla fino a quando la gara era ampiamente in corso. Così la penalità ci è costata di più rispetto a quanto sarebbe successo a inizio gara. Non sono stati molto professionali”.
Il direttore di gara Michael Masi ha respinto l’accusa al mittente: “Non ci abbiamo messo di più del dovuto. Ovviamente la violazione è stata riportata dal delegato tecnico, a quel punto ho dovuto studiare il rapporto, i commissari hanno guardato il regolamento, confermato la prova e determinato la penalità”.
E un dubbio resta: davvero Vettel crede che la colpa di queste sue prestazioni nettamente inferiori alle aspettative sia tutta delle decisioni dei commissari? Ci permettiamo modestamente di dubitarlo…
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