Mentre alcuni team hanno già abbandonato il progetto 2021, la Mercedes sta vivendo un vero e proprio rebus sul da farsi.
Convertirsi da subito al 2022 oppure proseguire nello sviluppo della vettura attuale? Questo il grande dilemma che si stanno ponendo a Stoccarda. Il team gestito da Toto Wolff si è presentato in Bahrain con qualche handicap di troppo e bloccare immediatamente gli aggiornamenti vorrebbe dire agevolare la rincorsa e il potenziale sorpasso della Red Bull. Un pericolo oggi più che mai concreto, che ha fatto sorgere parecchie domande all’interno della scuderia con base a Brackley.
“E’ chiaro che non possiamo permetterci di non essere competitivi, ma lo stesso vale per l’anno venturo, quando verranno introdotte delle regole che poi rimarranno nel tempo. Partire con un deficit rende difficile il recupero”, la riflessione del manager austriaco a Motorsport.com.
Per la prima volta dal 2014 la Mercedes potrebbe trovarsi, dunque, in una sorta di impasse, più psicologico che tecnico. Una sorta di incertezza sul modo di procedere utile per la concorrenza.
“E’ una decisione difficile da prendere. E stiamo facendo tutte le valutazioni del caso”, ha sottolineato.
Ma se in Inghilterra si naviga a vista, nella fabbrica del Biscione ad Hinwil l’orientamento pare essere sicuro. Troppo rischioso andare avanti con le evoluzioni su una monoposto che a fine stagione andrà in pensione. Meglio focalizzarsi sull’avvenire.
“Il fatto che il tempo a disposizione delle scuderie durante il weekend di gara sia stato diminuito del 50% non consente di provare molti nuovi pezzi”, la riflessione dell’ingegnere dell’equipe elvetica Jan Monchaux ad F1i.com.
I tagli alle sessioni di prove libere e l’introduzione del budget cap hanno in pratica risolto la problematica almeno per le realtà più piccole del Circus.
“Non è un segreto per nessuno che stiamo già lavorando sulla macchina del campionato venturo. Fare il contrario sarebbe penalizzante per il futuro”, ha spiegato i motivi della scelta l’ingegnere francese, ricordando come nel 2017 il team optò, fallendo, per un approccio più orientato al presente. “Alla fine ci ritrovammo con uno svantaggio di 4/5 secondi sui migliori. Un gap che stiamo pagando tutt’ora”.
Chiara Rainis
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