Piero Ferrari, figlio del Drake e vicepresidente della Rossa, chiede la svolta alla sua Scuderia. E avverte tutti i vertici del team
“Mattia Binotto è sotto esame, come lo siamo sempre tutti in Ferrari. Fa parte del nostro Dna”. Piero Ferrari, vicepresidente della Rossa nonché figlio del mitico fondatore, il Drake, lancia un avvertimento chiaro alla vigilia dell’esordio stagionale con il Gran Premio del Bahrain.
Un avvertimento rivolto al team principal, la cui poltrona scotta dopo le delusioni patite l’anno scorso, ma anche a tutti gli altri membri della squadra. Sono tutti sotto esame. E la prova da superare è quella del ritorno al successo. “Nel 2021 ricorre il settantesimo anniversario della nostra prima vittoria in Formula 1“, ha dichiarato Ferrari ai microfoni del Resto del Carlino. “Ecco, io mi auguro di vincere almeno un Gran Premio, nella stagione che sta per cominciare in Bahrain. Non mi pare di chiedere troppo”.
Certo, nemmeno l’erede della tradizione familiare del Cavallino rampante si fa troppe illusioni sul potenziale della sua squadra nel campionato del mondo che si appresta a cominciare. Il titolo iridato è fuori portata, ma ciò non significa che non si possa puntare ad una rinascita, dopo aver toccato il fondo nel 2020.
“A Maranello siamo tutti consapevoli di non poter aspirare al Mondiale“, ammette. “Però io voglio trovare nelle ventitré gare che ci aspettano la dimostrazione che abbiamo capito cosa non funzionava e che sappiamo cosa fare per risalire. Poi, certo, la strada sarà lunga, la rincorsa complicata. Ma noi siamo la Ferrari, dobbiamo dare un segnale”.
Poi, per il definitivo aggancio al vertice, anche Piero punta sulla rivoluzione regolamentare che entrerà in vigore tra dodici mesi: “Cambieranno completamente le regole, sarà un’altra Formula 1. E io spero sia una Formula 1 con una tecnologia più comprensibile, meno lontana dalla gente comune. Dobbiamo usare i soldi che spendiamo nelle corse per avere gare più spettacolari, competizioni che il grande pubblico possa capire emozionandosi”.
In chiusura, il numero due dell’azienda modenese lancia uno slogan per il futuro del suo team: “Non dobbiamo avere paura della realtà. Va accettata e se non ci piace bisogna operare per cambiarla”.
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