A quindici anni di distanza, Sete Gibernau ricorda con grande signorilità e grande rispetto i suoi storici duelli con Valentino Rossi
Se c’è un tratto del carattere che sicuramente non manca a Sete Gibernau, quello è la signorilità. E l’ex pilota spagnolo di MotoGP, ormai 48enne, non manca di mostrarla. Anche quando ripercorre con la memoria la sua carriera nel Motomondiale, senza nascondere né i suoi limiti e i suoi errori, né tantomeno i complimenti e la stima che hanno meritato i suoi avversari.
Compreso quello più storico di tutti, Valentino Rossi. Dai grandi duelli che lo videro opposto al Dottore sono passati ormai quindici anni e oggi, accantonata la rivalità sportiva, Gibernau definisce un orgoglio personale aver incrociato le ruote con il più grande pilota della sua epoca.
“Ognuno ha la sua maniera di dare il meglio di sé”, racconta ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “Rossi ha il suo modo di gestire la carriera e prende alcuni episodi molto sul personale. Siamo diversi, ma ripeterò sempre che per me è stato un onore e un piacere lottare contro il miglior Valentino. È stato bellissimo, lo rispetto molto”.
Né Sete si rammarica più di tanto per non essere riuscito mai a vincerlo, quel duello per il titolo mondiale contro il fenomeno di Tavullia. Nel suo bilancio riconosce semplicemente che il risultato è stato giusto, rifletteva i valori in campo. “Alla fine, se non ho vinto, vuol dire che non lo meritavo”, ammette. “Sono stato comunque molto fortunato a vivere una tappa molto bella della mia vita con la mia famiglia italiana. Con gli italiani sono sempre stato bene. Gresini e la sua squadra mi hanno reso un leader”, conclude, ricordando il suo storico team principal recentemente scomparso per Covid-19.
Qualche rammarico, però, anche Gibernau se lo porta dietro, più a livello personale che sportivo: “Ero molto felice se guidavo le moto. Poi sono arrivato a un punto in cui, se non vincevo, non ero felice. Quando l’ho capito, ho pensato: ‘Ora non mi diverto più’. Nel 2006, infatti, nonostante avessi ancora un anno di contratto, ho deciso di smettere. Mi ero dimenticato che vincevo perché ero felice”.
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