Joan Mir parteciperà alla prossima stagione in MotoGP con la pressione del campione in carica. L’obiettivo primario è migliorare nelle qualifiche.
Dopo la conquista del titolo mondiale 2020 Joan Mir proverà a difenderlo, ritrovandosi in una situazione psicologica certamente nuova. Sarà la terza stagione in classe regina, la prima da campione in carica, con la pressione che sarà alle stelle. Motivo per cui ha scelto di non adottare il numero #1 sulla sua Suzuki GSX-RR e conservare il #36.
Riconfermarsi sarà un compito molto difficile per il maiorchino, che però non teme la sfida. “Non conosco la pressione per difendere un titolo – racconta al giornale spagnolo ‘Mundo Deportivo’ -. Ma quello che sono sicuro è che l’anno scorso la pressione è stata qualcosa di positivo per me e quest’anno la differenza è che inizieremo con questa pressione per vincere, oltre a un podio come minimo. E lascio che questa pressione lavori per me”.
Vincere il secondo titolo con la Suzuki avrebbe un profondo valore storico per la casa giapponese e il maiorchino, significherebbe entrare nella storia del marchio insieme a un certo Barry Sheene. “Sì, puoi vincere due titoli. Abbiamo dimostrato di aver vinto una volta e so di avere molto potenziale da mostrare. Abbiamo anche una motivazione in più perché quest’anno sarà sicuramente un campionato più normale, almeno lo spero, e voglio dimostrare che in un campionato normale posso esserci anche per vincere”.
La sua moto ha dimostrato abbastanza costanza da poter guardare con ottimismo al prossimo Mondiale. “Sono abbastanza giovane, ho ancora tante gare davanti a me, ma la sfida di vincere di nuovo mi motiva molto. Penso che devo essere lì davanti e ho il potenziale per esserlo. Poi, lottare per il campionato o no o vincere il campionato o no, è un’altra cosa. Un fallimento sarebbe non aver combattuto per il titolo… Devo migliorare l’esperienza, la mia guida, lavoro in tutti i settori per essere un pilota più veloce e migliorare insieme in qualifica è molto importante. Migliorare con il lavoro ed è anche una questione tecnica. Devi capire perché non possiamo lottare per le pole position”.
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