Il boss Mercedes Wolff rivela la ragione che l’ha spinto ad insistere con Hamilton per il rinnovo del contratto.
Anche se per il momento è circoscritta al 2021, la permanenza di Lewis Hamilton in Mercedes era una sorta di must. L’inglese non avrebbe mai potuto andare via così, senza aver concluso l’opera degli otto sigilli. Di questo ne è convinto il team principal Toto Wolff.
Intimamente connesso a Lauda, con cui ha diviso il box sin dall’inizio della sua avventura nella Stella, il dirigente austriaco ha dichiarato che il compianto responsabile non esecutivo, scomparso nel 2019, avrebbe sicuramente fatto di tutto pur di trattenere l’asso di Stevenage. D’altronde era stato lui stesso a prendere contatti con Ham nel 2012 per portarlo in squadra esercitando non poche pressioni ad un pilota cresciuto nella culla McLaren e “tra le braccia” di Ron Dennis.
“Ogni volta che ho bisogno di un consiglio mi sembra che Niki sia lì. Lui guardava le cose da due prospettive: da sportivo e da manager. Mi avrebbe ricordato quanto Hamilton sia forte e adattato alla nostra scuderia e spronato a non lasciarlo andare per il bene dell’equipe”, ha raccontato alla tv tedesca RTL, rammentando le fasi difficili e intricate della lunga trattativa con il #44, poi, come sappiamo, andata a buon fine.
Sebbene il 36enne abbia spesso asserito di voler rimanere fedele al marchio per avere un futuro da ambasciatore come il suo connazionale Stirling Moss, per suo padre i pensieri del figlio sono altrove e neppure a battere il record di vittorie mondiali.
“Non credo sia quello il suo target”, ha affermato alla trasmissione radio Talksport. “Ormai sta invecchiando e desidera fare altre cose. Nella vita c’è molto di più delle gare, ma per adesso è felice di proseguire per un’altra stagione”. E in effetti i suoi intrallazzi fuori dal paddock tra musica, moda, cinema e diritti civili, sono parecchi.
Chiara Rainis
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