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Motociclismo

La FIM al fianco di Sharni Pinfold: “No alla discriminazione sessuale”

Published by
Luigi Ciamburro

La FIM sostiene Sharni Pinfold e ricorda come la discriminazione sessuale non faccia parte dei mondo del motociclismo professionistico.

Sharni Pinfold (foto Instagram)

Lo scorso gennaio Sharni Pinfold ha sollevato un polverone nel mondo del motociclismo, annunciando l’intenzione di voler lasciare il motociclismo perché “stanca del trattamento dispregiativo che le donne subiscono” in questo sport. La 25enne gareggiava nel campionato tedesco IDM Supersport 300 per quest’anno. “Durante il mio viaggio nel motorsport, ho vissuto e sono stato esposta a molte sfide, alcune delle quali mi è difficile parlare. La maggior parte delle sfide che ho affrontato si sono basate sulla mancanza di rispetto e sul trattamento sprezzante delle donne”.

L’australiana si è detta profondamente delusa dal trattamento subito, ma non ha voluto tacere, facendo emergere come “le donne che dedicano la loro vita a perseguire i loro sogni sono esposte a questo e vengono trattate in questo modo. Questo è stato il principale fattore che contribuisce alla mia decisione di ritirarmi”.

Il comunicato della FIM

A distanza di due settimane è arrivata la risposta della FIM che appoggia Sharni Pinfold offrendo tutto il sostegno e ricordando che “nessuna forma di discriminazione sarà tollerata per motivi politici, religiosi, sessuale o razziale” in quei campionati che hanno la supervisione della FIM. “La FIM è rimasta sconvolta dopo aver appreso la notizia e prende molto sul serio la dichiarazione della signora Pinfold. La FIM e l’Australian Motorcycling Federation sono state in stretto contatto con la giovane pilota per comprendere gli eventi che hanno portato Sharni a tanto scoraggiamento. Ci teniamo a sottolineare che Sharni Pinfold può contare sul supporto incondizionato della FIM per vincere questa sfida. “.

La 25enne non vuole essere vista come una vittima, ma spera solo che sia il suo gesto incoraggi tante altre donne vittime del suo stesso problema, ed è grata per l’aiuto che sta ricevendo dalla Federazione Internazionale: “Sarebbe facile per me sedermi e puntare il dito contro i responsabili, ma io sento che la vera forza è determinata da come rispondiamo. Non sono qui per essere una vittima, sono qui per difendere ciò che è giusto e diffondere questo messaggio all’estero per tutte le donne. Apprezzo il sostegno e le misure adottate dalla FIM, con un chiara focalizzazione sull’uguaglianza per tutti. Questo è ciò che difendiamo”.

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Luigi Ciamburro

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