La dirigenza della F1 replica a Ricciardo, particolarmente contrariato per i continui replay dell’incidente di Grosjean.
Abbiamo visto del fuoco, poi più nulla. La camera ha staccato per riprendere le monoposto che rientravano al box dopo l’esposizione della bandiera rossa. Quindi, soltanto quando era chiaro che nessuno fosse rimasto ferito nel tremendo botto, la regia internazionale ha mandato le immagini dell’incidente occorso al primo giro a Grosjean. Ma in casi del genere la sensibilità di ognuno porta a molteplici reazioni. Ecco dunque che il solitamente sorridente e scherzoso Daniel Ricciardo non ha preso affatto bene le repliche continue di quegli istanti drammatici, che in una F1 d’altri tempi avrebbero prodotto un esito ben diverso rispetto a quello di domenica pomeriggio.
Sentitasi chiamata in causa dell’australiano della Renault che davanti alle telecamere ha aspramente criticato l’evento, la F1 ha replicato sostenendo di aver rispettato i protocolli. “Ci sono alcune procedure da seguire prima che venga presa una decisione sulle immagini da mandare in onda”, le parole di un portavoce riportate da Motorsport.com. “A seguito di un sinistro ci sono comunicazioni dirette tra la direzione gara e la regia. Non viene mostrato alcun filmato fino a quando non c’è la conferma che il pilota stia bene. In questa occasione, abbiamo mostrato Romain in ambulanza, senza casco e che camminava aiutato dai commissari”.
Chiarita dalla FOM anche la questione replay, che non verrebbero riproposti fino alla certezza che tutte le parti coinvolte, marshal compresi, siano al sicuro. “Il contesto di ciò che uno spettatore vede e sente con il commento è importante. Le immagini parlano di come un corridore si sia salvato, dell’halo, dei miglioramenti degli standard di sicurezza e degli aggiornamenti dal centro medico”. La completezza dell’informazione al primo posto, dunque, per evitare successive critiche riguardanti possibili reticenze sui fatti. Un approccio promosso dallo stesso boss del driver Haas Gunther Steiner secondo cui tutto è bene, quel che finisce bene, e sarebbe controproducente occultarlo.
Chiara Rainis
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