Il team principal della Ferrari Binotto ribadisce il proprio ottimismo in vista delle prossime due stagioni. La Rossa riuscirà davvero a recuperare?
Il GP della Turchia ha regalato al Cavallino qualche timido spiraglio di luce. Il terzo e il quarto posto artigliati da Vettel e Leclerc sotto l’acqua di Istanbul hanno permesso alla Ferrari di tirare un sospiro di sollievo per l’immediato, in quanto era da inizio agosto che non saliva sul podio, ma anche per il futuro. Certo, è inutile aspettarsi grossi passi avanti, specialmente nel breve periodo considerato il congelamento dello sviluppo delle monoposto voluto dalla FIA per far fronte alla crisi post Covid, ma qualche miglioramento è e sarà possibile. Di questo ne è convinto il boss della scuderia di Maranello Mattia Binotto, rimasto in fabbrica nel weekend turco per seguire da vicino i lavori dei suoi uomini. “Il motore del 2021 sarà decisamente diverso rispetto a quello di oggi. Abbiamo investito molto da questo punto di vista. Finora la risposta al banco, sia in termini di prestazioni, sia di affidabilità è molto promettente”, ha affermato fiducioso l’ingegnere. Dunque, malgrado i limiti imposti sul fronte delle operazioni applicabili sulle unità, i margini di progresso sarebbero ancora rilevanti.
Da qui al termine del mondiale sarà importante mantenere l’approccio dello scorso fine settimana, limitando più possibile gli errori che in corsa non sono mancati, come ad esempio quello che ha fatto perdere secondi preziosi a Sebastian al pit stop e che stava rischiando di comprometterne l’ottima performance.
Quando mancano tre round alla chiusura di un anno certamente critico per la Ferrari, l’equipe italiano occupa la sesta piazza costruttori con un bottino di 130 punti. L’avversaria più vicina è la Renault, staccata appena di sei lunghezze. Imbarazzante invece il gap dalla Mercedes, in vetta e regina del 2020 addirittura a 504. Un divario abissale che non andrebbe dimenticato per non ricascare nelle medesime débâcle, soprattutto quando l’entrata in vigore del budget cap, potrebbe avvicinare il gruppo.
Chiara Rainis
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