Yamaha penalizzata nelle classifiche costruttori e team per le valvole irregolari, ma i piloti la fanno franca. E Marc Marquez protesta
Ha rischiato di ribaltare la classifica generale del Mondiale MotoGP proprio nella fase più calda della corsa all’iride. Invece l’inchiesta della Federazione motociclistica internazionale contro la Yamaha, per aver violato il regolamento tecnico sui motori, si è chiusa sì con una sanzione contro il costruttore di Iwata e i suoi team, ma graziando i suoi piloti.
La Casa dei Diapason è stata riconosciuta colpevole di aver modificato le valvole, nel Gran Premio di Jerez del luglio scorso, rispetto ai motori congelati ad inizio stagione, senza ottenere l’approvazione all’unanimità di tutti i suoi avversari, come prevede il regolamento. Per questo motivo la Fim le ha inflitto ben cinquanta punti di penalità, il doppio di quelli conquistati con il motore incriminato, in classifica costruttori, facendola scendere dunque a 158 lunghezze, dietro alla Ducati in testa a quota 171 e la Suzuki a 163. Cancellati anche 37 punti nella graduatoria a squadre per il team ufficiale e 20 per quello satellite Petronas.
Ad averla fatta franca, tuttavia, sono i portacolori che hanno utilizzato in gara quel propulsore irregolare: Fabio Quartararo, Maverick Vinales e Franco Morbidelli, che hanno dunque conservato i loro piazzamenti in classifica (rispettivamente secondo, terzo e quarto). Certo, non sarebbe stato piacevole vederli uscire dalla lotta per il titolo a suon di carte bollate, ma di fronte ad una violazione così palese non toccare minimamente la classifica piloti risulta un intervento troppo poco severo.
Tanto che gli avversari non sembrano averla presa troppo bene, a partire da Marc Marquez. Che ha twittato, sul suo account ufficiale, con toni piuttosto sarcastici: “Ora si scopre che noi piloti non beneficiamo dei vantaggi meccanici. È una cosa incredibile”. Un attacco, neanche troppo velato, alla mano leggera utilizzata dai federali contro i rivali della Yamaha.
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