La Dorna, organizzatrice del Motomondiale, ha manifestato irritazione verso i molti piloti che hanno eluso i protocolli anti coronavirus
Sul paddock della MotoGP continua ad aleggiare il rischio di contagio da coronavirus, in particolare dopo la prima positività di un pilota della classe regina registrata da Valentino Rossi. Ma un altro tema di discussione rilevante, sotto questo aspetto, riguarda i protocolli predisposti dalla Dorna, la società organizzatrice del Motomondiale, proprio per proteggere gli addetti ai lavori dalla possibilità di contrarre il Covid-19.
Peccato che i corridori non li rispettino alla lettera. Questo, almeno, è quanto afferma Mike Trimby, amministratore delegato dell’Irta, l’associazione delle squadre, in una nota che è stata diffusa due settimane fa. L’accusa è quella di aver eluso la norma che prevede di rimanere isolati in albergo nel caso in cui si corrano due Gran Premi sulla stessa pista a distanza di una sola settimana, invece di tornare a casa tra una gara e l’altra.
Errore che, invece, molti piloti avrebbero commesso, stando alla lettera in questione: “Dorna e Irta sono irritate per aver visto quanti piloti abbiano scelto di tornare a casa o andare in resort tra le due gare di Aragon”, si legge. “Nel protocollo per gli appuntamenti consecutivi sulla stessa pista vi avevamo chiesto di restare nella bolla del circuito e dell’hotel. Chiediamo fermamente di restare con i membri del vostro team o della vostra azienda all’interno della bolla, senza tornare a casa o recarsi altrove tra una gara e l’altra”.
Il problema è significativo, perché mentre nelle zone del circuito è molto difficile contrarre il virus, il pericolo maggiore riguarda proprio gli spostamenti da e verso le località di gara. “Probabilmente il paddock della MotoGP ha un rischio minimo di infezione, in confronto a quello della vita ad esso esterna. Il rischio di contagio più alto è a casa o in viaggio”, conclude infatti Trimby. Ne sa qualcosa, ad esempio, il nostro Tony Arbolino, fermato nel primo Gran Premio ad Aragon per essere stato vicino ad un contagiato nel volo di ritorno in Italia da Le Mans, pur essendo lui stesso risultato negativo al coronavirus.
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