Depositate alla procura di Siena le tre consulenze tecniche che raccontano la presunta dinamica dell’incidente di Alex Zanardi
Nessun guasto meccanico alla handbike, né sconnessioni al manto stradale: Alex Zanardi avrebbe semplicemente perso il controllo del suo mezzo, provocando così lo scontro con il camion del 19 luglio scorso, avvenuto nel tratto della strada provinciale tra Pienza e San Quirico d’Orcia, nel senese, in seguito al quale ha riportato i danni fisici per le quali è tuttora ricoverato in ospedale.
Questo è quanto emerge dalle consulenze effettuate alla metà dal mese scorso dall’ingegnere Mattia Strangi dell’università di Bologna, incaricato dal camionista indagato per lesioni gravissime, e dall’ingegner Dario Vangi, docente dell’università di Firenze, incaricato dalla procura di Siena. Entrambe le perizie sarebbero giunte a conclusioni molto simili.
Sia Alex Zanardi, che procedeva a 50 km/h durante la staffetta paralimpica che stava disputando, che il tir, che invece proveniva nella direzione opposta a 38 km/h, rispettavano scrupolosamente i limiti di velocità massima consentiti in quel tratto stradale.
Quando l’ex pilota di Formula 1 si è accorto dell’arrivo del mezzo pesante, avrebbe tentato una sterzata a destra, per allontanarsi dalla linea centrale della carreggiata. A quel punto avrebbe “perso il controllo in curva della sua handbike e per questo” si sarebbe “ribaltato per un sovrasterzo per poi impattare sulla ruota anteriore sinistra del camion”, commenta l’ingegner Strangi.
Fuori dal coro invece la consulenza dell’ingegner Giorgio Cavallin, chiamato in causa dalla famiglia di Zanardi, che parla invece di una presunta invasione di corsia del camion, non rilevata dai suoi due colleghi periti. Ora la palla passa alla procura di Siena, che sulla base delle tre consulenze depositate deciderà se ordinare nuove indagini oppure chiedere il rinvio a giudizio o viceversa l’archiviazione dell’indagato.
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