Malgrado una gara abbastanza incolore in Russia Leclerc ha portato la Ferrari a punti. Nelle retrovie Vettel ha dato battaglia.
Quello che si è capito è che al Cavallino non hanno capito. Il 2020 del box rosso è definitivamente nel caos. E la cosa più sorprendente è che sia i piloti, sia i dirigenti non fanno nulla per nasconderlo.
“Rispetto alle ultime corse abbiamo fatto un passo avanti”, ha affermato Charles Leclerc, attivo soltanto nelle prime fasi di un GP di Sochi che lo ha visto sesto al traguardo. “Dobbiamo rimanere con i piedi ben piantati a terra, anche se è stata una giornata positiva. Credo che pure il team ne sia rimasto sorpreso. Ora dobbiamo comprendere perché siamo andati bene”. Per la Ferrari di oggi, dunque, un piazzamento in top 10 è già motivo di festeggiamenti. “Essere stati più competitivi di altre auto ci ha rincuorato”, ha proseguito il monegasco che però ha messo in luce una situazione non proprio esaltante. “Finora abbiamo potuto usufruire solamente di un piccolo aggiornamento che non penso abbia contribuito un granché, ma in Germania dovrebbe arrivare qualcosa di più sostanzioso”.
Decisamente più combattivo del Principino nonostante un mediocre 13° posto, perfetto riassunto di un campionato tribolato per la scuderia ma sopratutto per lui, Sebastian Vettel ha bocciato in toto la sua SF1000, definendola problematica sotto tutti i punti di vista.
“Non mi sono sentito a mio agio con la macchina. E’ stato un gran premio difficile. Ho finito le gomme rapidamente, non avevo il passo”, si è lamentato il tedesco. “Seguire tante auto non aiuta. Io ho fatto il massimo con ciò che avevo, tuttavia non mi ha fatto piacere restare bloccato nel traffico”. In realtà, nonostante il normale disappunto in driver di Heppenheim ha dato vita a belle battaglie, perlopiù con altri motorizzati di Maranello, come Kimi Raikkonen e Romain Grosjean, con cui c’è anche stato un contatto.
Chiara Rainis
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