Stefano Domenicali, ex team principal della Ferrari, spezza una lancia a favore del suo successore Mattia Binotto: “Non serve sparare su di lui”
Non sparate sul team principal. L’inaspettata difesa d’ufficio a Mattia Binotto giunge da un suo predecessore a capo della Scuderia di Maranello, Stefano Domenicali, che spezza una lancia a favore dell’ingegnere italo-svizzero nell’occhio del ciclone in queste settimane.
“In un momento così bisogna sostenere chi comanda a Maranello”, dichiara il presidente della Lamborghini in un’intervista concessa ai microfoni del Resto del Carlino. “So per esperienza diretta quanto difficile sia governare il reparto corse del Cavallino. Sparare su Binotto non serve. Se in giro ci fosse qualcuno con la bacchetta magica, sarei d’accordo: vestite Crozza subito di rosso! Ma siccome non vedo maghi in circolazione, ripeto la mia convinzione. Da una realtà così negativa si esce con il lavoro, con la pazienza, con la tenacia. Con Mattia e con tutto il gruppo. Non vedo alternative”.
Non saranno dunque una festa Ferrari nemmeno le tre gare di casa previste in queste settimane: “Monza sarà una sofferenza e il disagio si accentua ricordando l’impresa di Leclerc un anno fa”, afferma Domenicali. “Sarà comunque bello correre nonostante il Covid. E sono felice per il Mugello: pista fantastica, meritava la chance mondiale. Così come è bello il ritorno di Imola, in autunno. C’è un’Italia che ha voglia di ricominciare, accelerando. Probabilmente la Ferrari non vincerà , ma ci sono storie che non finiscono mai”.
L’ex boss della Ferrari è stato poi interrogato sui record ottenuti da Michael Schumacher quando lui lavorava al fianco di Jean Todt, e che oggi stanno per essere battuti da Lewis Hamilton. “Straniante, perché i numeri di Schumi sembravano inavvicinabili e invece presto Lewis li batterà . Va detto che lo stesso Michael in certi periodi ha guidato una Rossa fantastica. Lewis invece l’ho visto arrivare in F1 nel 2007. Era un debuttante assoluto, in McLaren aveva come compagno un tipo formidabile come Alonso. Dopo due gare mi resi subito conto che era un asso. Ed i fatti hanno confermato tutto. Non c’erano le condizioni di portarlo in Ferrari, parlammo in generale ma le strade non potevano incrociarsi. Di sicuro, guardando indietro, è un motivo d’orgoglio per me essere stato accanto a Raikkonen nel 2007, quando battemmo Hamilton di un punto”.
Leggi anche —> La Ferrari non caccerà Binotto: lo promette l’amministratore delegato
RB21 e SF-25 continuano a essere sotto le lenti d’ingrandimento degli specialisti della tecnica. Red…
In casa Ferrari si punta al riscatto in quel di Miami, dove è in programma…
La Casa modenese ha prodotto auto di straordinaria bellezza che, oltre che potentissime. Ferrari ha…
Charles Leclerc è in Ferrari dal 2019, ma non ha mai lottato per un titolo…
La MotoGP fa tappa a Jerez per il GP di Spagna, dove a trionfare è…
La Ferrari sta vivendo una stagione difficile, ma anche per i nuovi regolamenti non ci…