Ventiquattr’ore dopo l’annuncio del divorzio dalla Ducati, Andrea Dovizioso si prende il riscatto d’orgoglio con la sua vittoria al Gran Premio d’Austria
Era già accaduto con Jorge Lorenzo nel 2018: l’annuncio dell’addio e subito dopo la vittoria al Mugello. Ieri, questo copione amaro per la Ducati si è ripetuto, esattamente con le stesse modalità, al Gran Premio d’Austria: l’ufficializzazione del divorzio dalla Rossa, e ventiquattr’ore dopo il trionfo. Il cinquantesimo nella storia della Casa bolognese in MotoGP, su una pista, quella di Zeltweg, dove dal debutto in calendario vince sempre lei.
Non è necessariamente detto che la conclusione di questa trattativa lunga e logorante abbia dato a Dovi la serenità mentale necessaria per sbloccarsi anche in pista, dopo un inizio di stagione complesso. Anche se lui, tra il serio e il faceto, butta lì: “Non stavo vivendo male la situazione di incertezza, ma stanotte ho dormito di più”. Quel che è certo, però, è che il risultato di ieri ha rappresentato un segnale, forte e chiaro, che il pilota forlivese ha lanciato a Borgo Panigale.
Proprio quando il suo lavoro di sviluppo e la sua competitività venivano nuovamente rimessi in discussione dai suoi capi, a dispetto dei passi avanti compiuti e dei tre titoli di vicecampione del mondo consecutivi, lui ha ricordato al marchio italiano che cosa è stato in grado di fare, ineguagliato negli ultimi anni, con questa moto.
In gara, Dovizioso ha ribadito il suo talento. A fine gara, la sua signorilità, evitando di criticare la squadra e limitandosi ad affermare che “il titolo è l’unica cosa su cui sono concentrato, ho una possibilità e voglio giocarmela”. Tutto il resto che aveva da dire, Andrea lo ha urlato con i fatti, in sella. Resta, a carico della Ducati, la sensazione dell’ennesima decisione frettolosa di mercato, dell’ennesima volta in cui i suoi portacolori più forti non vengono difesi e protetti ma accompagnati sostanzialmente alla porta.
E ora, chi raccoglierà il testimone di Desmodovi a Bologna? Molto probabilmente sarà un altro italiano, Pecco Bagnaia. Oppure un’altra scelta interna come Johann Zarco. Infine, c’è anche l’ipotesi più affascinante, ma più improbabile: quella di un ritorno di Jorge Lorenzo. Anche lui, un tempo, vittima a sua volta del trattamento Dovizioso.
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