Paolo Campinoti contrario alla decisione dei sanitari che hanno concesso l’idoneità a Marc Marquez 48 ore dopo l’intervento al braccio destro.
Marc Marquez domani sarà in pista a cinque giorni dall’intervento al braccio destro. Per alcuni un gesto eroico da prendere come esempio, per altri un atto irresponsabile per sé e per gli altri. Non sembra d’accordo con la decisione medica il boss del team Pramac racing, Paolo Campinoti. In un’intervista a ‘ La Gazzetta dello Sport’ va giù duro. “Sorpreso? Molto. Non siamo nell’antica Roma col gladiatore che deve morire al Colosseo, è cosa di duemila anni fa, la sicurezza è uno dei principi che guida la nostra civiltà e in questi anni nelle competizioni è diventata uno degli aspetti prioritari”.
La Direzione Gara si spende tanto per la sicurezza dei piloti, poi una decisione medica rischia di sovvertire la direzione presa. Il capo del team satellite Ducati non ha nulla contro la Dorna, ma contro l’ok dato dai sanitari che, dal canto loro, parlano di un Marc Marquez in grado di superare il protocollo. “Se sta bene, o hanno esagerato i dottori dopo la caduta, quando sembrava che non avrebbe corso per due mesi, o hanno sbagliato diagnosi. E non voglio pensare sia così. Dire che sta bene dopo due giorni dall’operazione è una leggerezza. Poi magari Marc farà bene, è il più grande di questi anni e lo ammiro, ma qui c’è stato un grande errore di valutazione che vale per lui e gli altri piloti. Non puoi sapere che impatto avrà una gara di 25 giri a 40°, mette a rischio la vita sua e dei colleghi”.
Paolo Campinoti risponde anche alle poco eleganti dichiarazioni di Alberto Puig dei giorni scorsi, secondo cui un vero campione non dovrebbe sentirsi tale in assenza di Marc Marquez. “Puig deve ringraziare solo Marquez, o la Honda in questi anni avrebbe preso paga. La sua è stata un’uscita infelice. Le corse sono pericolose, infortunarsi fa parte del gioco, non è che Marquez l’hanno sospeso. Puig avrà tante doti, ma non è diplomatico né un fine comunicatore”.
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