Sebastian Vettel ha costretto il team principal della Ferrari, Mattia Binotto, a svelare la verità sul loro divorzio. Tutt’altro che consensuale
Altro che divorzio consensuale, decisione di comune accordo, addirittura “amichevole constatazione” presa “insieme da entrambe le parti”, come si leggeva nel comunicato stampa di annuncio del 12 maggio scorso. Quelle erano tutte frasi fatte, di circostanza, buone per gli addetti alla comunicazione. Ma la realtà è completamente diversa.
E a rivelarla è stata lo stesso Sebastian Vettel alla vigilia del Gran Premio d’Austria, che ha finalmente dato il via alla stagione 2020 di Formula 1. Il mancato rinnovo del contratto è stato comunicato al tedesco con una semplice telefonata, senza prima mettergli sul tavolo nemmeno un’offerta. Così sono andate veramente le cose, e il fatto che questa versione sia quella corretta lo dimostra l’ammissione che lo stesso team principal Mattia Binotto è stato costretto a fare, quasi a mezza bocca, il giorno successivo.
Nessuna separazione condivisa, dunque, ma un diktat unilaterale. Nelle stesse settimane in cui Binotto giurava che Vettel fosse la prima scelta della Ferrari, in realtà aveva già preso contatti con Carlos Sainz, per ingaggiarlo al posto del quattro volte iridato. Le ragioni di questa rottura sono fin troppo comprensibili: risalgono al rifiuto di Leclerc di cedere la scia a Vettel nelle qualifiche di Monza, alla reazione di Seb al sorpasso incassato da Charles e al successivo scontro fratricida in Brasile, per non parlare dell’indisponibilità del teutonico a rinunciare a una parte del suo stipendio (36 milioni di euro) per venire incontro alla Scuderia nella crisi del coronavirus.
Ma quel che ci si chiede è perché, ancora una volta, in Formula 1 si sia rivelato così impossibile dire la verità. Per squarciare quel velo d’ipocrisia ci sono volute le parole di Sebastian, un comprensibile scatto d’orgoglio, per tutelare la sua dignità di professionista e rilanciare i propri interessi nel momento in cui sta cercando un nuovo sedile per proseguire la carriera.
Parole studiate, tutt’altro che ingenue, ma che hanno avuto lo stesso effetto di quelle pronunciate dal bambino della favola: “Il re è nudo”. Poi, come a rimarcarle con i fatti, in pista, ieri è arrivato il quarto tempo nelle prove libere, contro il nono di Leclerc, staccato di oltre tre decimi. Insomma, è bastato un solo giorno per capire già quale sarà il filo rosso di questa stagione.
Vettel, ormai in libera uscita, è pronto a fare scintille per dimostrare alla Ferrari che ha puntato sul Cavallino sbagliato, che ha fatto male ad affidare il proprio futuro all’ultimo arrivato. E lo farà sia al volante, che davanti ai microfoni dei giornalisti.
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