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Motomondiale, al Red Bull Ring con tifosi in tribuna

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Alessandro

Lin Jarvis spera di rivedere al più presto i tifosi sulle tribune. In Austria potrebbero esserci 1500 tifosi presenti nel doppio Gran Premio d’agosto.

Red Bull Ring (getty images)

Il manager Yamaha Lin Jarvis sottolinea come sarà strano correre metà campionato in terra spagnola e senza spettatori sugli spalti, almeno nelle prime due gare. Sarà un Mondiale inedito, dove si comincerà nella rovente Jerez di piena estate, dove è impossibile fare previsioni dopo una pausa così lunga.

Il calendario prevede solo 13 gare anziché 20, ma bisogna considerarle oro colato dal momento che fino allo scorso aprile non si prevedeva nulla di buono e si affacciava l’ipotesi di un possibile annullamento della stagione 2020. “Dopo lo scoppio della pandemia di Covid 19, eravamo tutti consapevoli di dover scendere a compromessi. Questo è certo”, ha spiegato Lin Jarvis a Speedweek.com. Certo, a prima vista, il calendario non dà l’impressione di un campionato equilibrato. Sì, è un dato di fatto che oltre la metà del campionato si svolgerà in Spagna. Questa è la realtà. D’altra parte, tutti i soggetti coinvolti sono tenuti a gestire al meglio questa situazione straordinaria e molto difficile… Abbiamo anche ricevuto l’autorizzazione dalle autorità spagnole per questi eventi. Non è una soluzione ideale, ma penso che sia un buon compromesso”.

Il paddock conterà circa 1400 persone, non sono ammessi ospiti nei box, né tifosi sugli spalti. Quest’ultimo è forse l’aspetto più triste dell’intero Mondiale, ma non è da escludere che a cominciare da Brno o dal Red Bull Ring in Stiria (già si parla di 1500 biglietti staccabili) le tribune verranno aperte a qualche migliaio di tifosi. Una piccola percentuale rispetto alla capienza completa, ma comunque un passo avanti rispetto a Jerez, Catalunya e tutti quei circuiti che lasceranno chiuse le porte degli autodromi. “Non so come la situazione cambierà nei prossimi mesi”, ha aggiunto Jarvis. “Posso solo dire che non siamo abituati a tenere competizioni in circuiti vuoti. Questo non è il meglio per le immagini televisive e non è ottimale per i piloti in termini di atmosfera”.

Lin Jarvis (Getty Images)
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Alessandro

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