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MotoGP, cosa comportano le modifiche all’altezza della moto

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Alessandro

Alberto Giribuola e Andrea Dovizioso spiegano le modifiche all’altezza di una moto durante un week-end di gara e le conseguenze delle modifiche.

Alberto Giribuola e Andrea Dovizioso (getty images)

Andrea Dovizioso e il suo ingegnere di pista Alberto Giribuola, alias Pigiamino, parlano di tecnica MotoGP sui canali Sky Sport con Vera Spadini. Stavolta il suo Ducati si sofferma sull’altezza della moto, la sua importanza per il setting e le conseguenze dovute alle modifiche.

A prendere per primo la parola è l’ingegnere italiano spiegando che per variare l’altezza di un prototipo si possono percorrere due strade: modificare il baricentro mantenendo allo stesso livello la parte anteriore e quella posteriore della moto, oppure si può fare una rotazione così che una delle due parti sia più alta dell’altra. Molto dipende se si va alla ricerca di maggior grip all’anteriore o al posteriore, di conseguenza verrà regolata l’altezza in base alle necessità.

Leggi anche —> Calendario MotoGP 2020: finalmente c’è la bozza, ecco tutte le date

La moto alta è più reattiva nei cambi di direzione – spiega Giribuola – Ma molto più nervosa nell’uscita di curva”. Molto dipende dal feeling del pilota con il circuito e dal suo stile di guida. “Dipende dal grip che troviamo in pista quel giorno e bisogna adattarsi alle situazioni. In questo caso, secondo me, non dipende tanto da quello che di base chiede il pilota perché le gomme sono uguali per tutti quindi dobbiamo riuscire a fare un tipo di lavoro che mi permetta di adattarmi al meglio alle condizioni presenti in pista”.

Fa eccezione il circuito australiano di Phillip Island, pista molto diversa dalle altre, dove il vento gioca un ruolo predominante e si frena pochissimo., con cambi di direzione repentini: “Una moto che di solito va bene su altri circuiti, in questo caso diventerebbe nervosa e il vento, che qui gioca un ruolo chiave, è importante avere la moto più calma e tranquilla possibile”.

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