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Categories: Formula 1

Anche i giornalisti protestano contro i Gran Premi a porte chiuse

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Alessandro

Se la Formula 1 ripartirà a porte chiuse, il rischio è che rimangano fuori anche i giornalisti: un’ipotesi contro la quale si ribella la stampa mondiale

La partenza del Gran Premio d’Austria di F1 2019 (Foto Lat Images/Mercedes)

Anche quando le condizioni permetteranno di far riaccendere i motori della Formula 1, questa ripartenza avverrà comunque, almeno in una prima fase, a porte chiuse. Si tratterà di vere e proprie “gare fantasma”, come sono state ribattezzate, senza la presenza non soltanto del pubblico, ma forse addirittura dei giornalisti e delle televisioni.

Leggi anche —> L’ultima idea della F1: le gare “fantasma” (che non piacciono a Vettel)

Questo è il sospetto del famoso cronista della rivista specializzata tedesca Auto Motor und Sport, Michael Schmidt, che ad una prospettiva del genere proprio non ci sta: “Immaginate che l’unica fonte di informazione per i reporter di tutto il mondo sia un solo segnale televisivo”, ha dichiarato. “Il governo potrebbe mostrarci solo quello che vuole. Sarebbe una situazione come quella cinese, che violerebbe i diritti della libera stampa”.

La Formula 1 minaccia la libertà dei giornalisti

Impedire l’accesso al paddock da parte dei giornalisti, infatti, non sarebbe nemmeno necessario: “Potremmo essere controllati proprio come ogni team principal, ingegnere o pilota. E vi ricordo che ad essere infettato a Melbourne fu un meccanico, non un giornalista, né un fotografo, né un cameraman”. Schmidt sottolinea che i media rappresentano un componente indispensabile della Formula 1: “Quando sono sul posto come giornalista, posso vedere se la realtà è coerente con le immagini televisive, ho la possibilità di indagare le contraddizioni e scoprire i retroscena. Se rimango a casa, dipendo dalle informazioni che mi vengono fornite”.

E il collega tedesco afferma che la F1 potrebbe ritrovarsi nei guai se dipendesse semplicemente dai team e dai piloti gestire i contenuti e le notizie dal circuito: “I messaggi che ad oggi molti di loro inviano fanno pena”, tuona. “Il peggio sono le videoconferenze con le domande inviate in anticipo. E alcuni post sui social media da parte dei piloti non potrebbero essere più banali. Queste pratiche, se piacessero ai team, potrebbero continuare anche dopo la crisi del coronavirus. La stampa fa del suo meglio per fornire informazioni e storie ai fan in questo periodo di stop, e tutti coloro che sognano di correre a porte chiuse se lo dovrebbero ricordare. Altrimenti il rischio è che le tribune rimangano vuote anche quando al pubblico sarà consentito di rientrare”.

La partenza del Gran Premio del Brasile 2019 di F1 a San Paolo (Foto Mark Thompson/Getty Images/Red Bull)
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