Ruben Xaus non nasconde le ambizioni del team Reale Avintia in MotoGP. Il rinnovo di contratto con Ducati e l’ingaggio di Johann Zarco sono state ottime mosse.
Il team Reale Avintia ha grandi aspettative per il campionato MotoGP 2020. Il rinnovato siglato a novembre con Ducati ha rafforzato e migliorato la partnership con la casa di Borgo Panigale.
Inoltre, l’arrivo di un pilota come Johann Zarco autorizza a pensare che i risultati saranno molto più positivi che in passato. La moto è la Desmosedici GP19, dunque non l’ultima versione, ma la squadra ha un supporto superiore rispetto agli anni scorsi e dunque le ambizioni sono maggiori.
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Ruben Xaus al sito ufficiale MotoGP ha spiegato che gli obiettivi del team Reale Avintia sono importanti per il futuro: «Vogliamo diventare una squadra top e per farlo abbiamo dovuto firmare un nuovo contratto per ottenere migliore materiale. Ora Ducati ce ne fornisce molto di più. Hanno fatto tanti sacrifici. Per essere clienti migliori dobbiamo avere qualcosa di meglio da loro. Abbiamo trovato un accordo ed esteso il contratto per due anni».
Il direttore sportivo della squadra spagnola successivamente ha parlato dell’ingaggio di Zarco, un pilota di ottimo livello che può essere importante anche per lo sviluppo: «Grazie al nuovo contratto con Ducati siamo riusciti a portare Zarco nel nostro progetto e a fare un passo avanti. La stessa Ducati è andata avanti e ci ha reso disponibile più materiale di quanto avessimo concordato. Penso anche che abbia dato loro molte informazioni. Analizza tutto in dettaglio ed è molto preciso nelle sue istruzioni sul modo migliore per controllare la moto».
Xaus ha visto una crescita da parte del rider francese nei test invernali ed è fiducioso su quelli che potranno essere i suoi risultati: «Penso che nel primo test a Sepang abbia iniziato ad avere problemi fisici perché la Ducati è una moto che richiede molto a questo livello, soprattutto quando si cerca di capire come e quando è meglio forzare il ritmo. Va ricordato che non è stato in moto per più di sei mesi, il che spiega i problemi sul piano del ritmo. In Qatar è migliorato molto, era vicino alla top 5».
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