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La F1 si ferma, la guerra anti Ferrari no: volano parole grosse in riunione

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Alessandro

I boss di Red Bull e McLaren si scontrano nella riunione plenaria della Formula 1 con il team principal della Ferrari, Mattia Binotto

Il team principal della Ferrari, Mattia Binotto (Foto Charles Coates/Getty Images)

Dovevano essere videoconferenze di crisi, per definire le strategie per far proseguire la Formula 1 in questo periodo di pandemia da coronavirus. Ma, per certi versi, nei passaggi piĂą accesi, si sono trasformate in un regolamento di conti tra i vari team del Mondiale a quattro ruote.

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Sullo sfondo resta infatti la rivolta, nemmeno troppo sotterranea, lanciata da settimane contro la Ferrari, sulla scorta delle presunte irregolarità del suo motore 2019 e del controverso accordo riservato che ha siglato con la Fia. Se la telefonata tra John Elkann e Ola Kallenius ha rinsaldato l’alleanza tra la Mercedes e il Cavallino rampante, sul fronte dei ribelli resta invece attivissima la Red Bull, che non accenna a deporre l’ascia di guerra.

Anzi, la temperatura e il livello dello scontro si sarebbero alzati parecchio, durante le riunioni dei giorni scorsi, e secondo le ricostruzioni delle principali testate internazionali sarebbero addirittura volate parole grosse tra il team principal della Rossa Mattia Binotto e, dall’altra parte, il suo omologo dei Bibitari Christian Horner e il proprietario della McLaren Zak Brown.

Toni accesi contro Binotto e la Ferrari

A far infuriare gli avversari, in questo caso, è stata soprattutto la contrarietà espressa da Maranello alla proposta di rimandare la rivoluzione del regolamento tecnico dal 2021 al 2022 e mantenere dunque sostanzialmente invariati i telai di quest’anno anche per la prossima stagione. Una proposta che rischia di congelare il vantaggio della Mercedes e di rendere molto difficile il recupero della squadra italiana.

“C’era un’autentica rabbia di fronte alla riluttanza di Binotto ad approvare il rinvio dei regolamenti 2021”, ha rivelato un anonimo partecipante alla riunione. “I toni si sono scaldati molto. Non voleva rinunciare ad un vantaggio competitivo per il bene comune”. Alla fine, però, anche la Ferrari ha dovuto cedere, perché questo scenario si è rivelato l’unico percorribile per evitare il crack dei team minori e dunque dell’intero campionato.

Binotto ha commentato dunque al sito ufficiale della Formula 1: “La Ferrari è pronta a prendersi la responsabilità di una scelta che va presa nell’interesse ultimo di questo sport. Non è certamente il momento di essere egoisti o di fare tattiche”.

Ferrari (Getty Images)
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Alessandro

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