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Categories: Formula 1

“Non dovevano accusarlo”. Il nome di Alonso di nuovo al centro

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Alessandro

Malgrado siano passati tanti anni da allora, continua a far discutere lo Spygate che vide protagonista Fernando Alonso ai danni della Ferrari

Fernando Alonso alla 500 Miglia di Indianapolis (Foto Shawn Gritzmacher/IndyCar)

Riparlare dell’affaire che nel 2007 oppose la Rossa alla McLaren sembra quasi voler portare in vita qualcosa dalla preistoria. Eppure, in questi giorni di confusione pandemica da Coronavirus, c’è chi ha tirato fuori lo scandalo dei documenti passati sottobanco al team di Woking con tutte le informazioni segrete relative alla vettura allo guidata da Kimi Raikkonen e Felipe Massa, per difendere il Samurai.

Non si capisce bene per quale motivo sia tornata alla ribalta una questione così lontana, sta di fatto che Pedro de La Rosa, ex collaudatore della prestigiosa scuderia britannica, ha imputato alla croce gettata addosso al connazionale, all’epoca dei fatti uomo d’esperienza della McLaren al fianco del rookie Lewis Hamilton, l’origine del tracollo dello stesso due volte iridato.

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“In quel periodo tutti diedero la colpa a lui. In realtà noi in qualità di driver non sapevamo nulla e tra l’altro non esiste una prova del ruolo che potrebbe aver occupato”, lo sfogo del 49enne ripreso da F1i.com. “In molti conoscevano quale fosse la ripartizione dei pesi piuttosto che altri parametri sulla F2007, dunque a mio avviso è stato ingiusto imputare ad Alonso di essere all’origine della soffiata. Da quel momento venne guardato da tutti come colui che aveva sporcato l’immagine dell’equipe di conseguenza la rottura a fine stagione divenne inevitabile”, ha aggiunto ricordando lo strappo arrivato dopo appena un campionato.

“E’ stato tirato in mezzo ad un caso di spionaggio di cui era completamente estraneo, poi per fortuna con il passare del tempo la gente ha capito che era stato soltanto preso tra due fuochi”, ha concluso il tester.

In realtà, forse per pura sfortuna, Alo si è spesso trovato nella sua carriera nella maretta. Ricordiamo il crash-gate di Singapore giusto nel 2008, le tensioni con Maranello dal 2010 al 2014 e i tre anni di polemiche plateali nei confronti della Honda che poi lo hanno condotto all’uscita dalla F1.

Hamilton e Alonso (Getty Images)

Chiara Rainis

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Alessandro

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