Per ovviare al blocco causa coronavirus, i team propongono di anticipare il mese di stop previsto ad agosto. Però la Ferrari non ci sta
“Forse potremmo prenderci una pausa”. Nell’impossibilità forzata di disputare Gran Premi, costretta a rimandare le tappe in Australia, Bahrein e Vietnam (per ora), la Formula 1 riflette sul da farsi. “In questo periodo all’inizio dell’anno non ci saranno gare, ma cercheremo di recuperarle più avanti”, spiega il responsabile sportivo del campionato, Ross Brawn, a Sky Sport Inghilterra.
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I dubbi, però, non riguardano solamente il calendario, bensì anche la stessa operatività delle fabbriche. In altre categorie, Ducati e Lamborghini hanno imposto lo stop momentaneo ai loro quartier generali. E anche team del Mondiale a quattro ruote come Mercedes (dove è stata registrata una positività ad un meccanico) e Williams sarebbero propense a seguire la stessa strada.
Tanto che sarebbe pronta a partire la richiesta ai piani alti della Formula 1 di anticipare il mese di interruzione obbligatoria solitamente previsto per le ferie di agosto. Un’ipotesi sulla quale il gruppo Liberty Media sta seriamente ragionando. “Credo che, liberando la pausa di agosto, ci troveremmo a disposizione diversi weekend in cui poter correre”, ammette lo stesso Brawn.
“A quel punto potremmo costruire un calendario piuttosto decente per il resto dell’anno”, prosegue. “Avrà un aspetto differente, ma riuscirà comunque a preservare un buon numero di gare. In altre parole, la stagione comincerà più tardi, ma credo che sarà altrettanto divertente”.
Alla realizzazione di questo piano rischia di esserci un solo ostacolo: la probabile contrarietà della Ferrari. La Rossa di Maranello, infatti, almeno per il momento non ha affatto interrotto il lavoro nelle sue officine. Anzi, la sua intenzione sarebbe quella di sfruttare il tempo extra che ora si ritrova a disposizione per risolvere i problemi tecnici emersi nei test precampionato sul suo progetto della SF1000.
Primo tra tutti quello sul fronte aerodinamico, dove l’aumento del carico è stato vanificato da un contestuale incremento della resistenza all’avanzamento in rettilineo. Gli ingegneri del Cavallino rampante, dunque, riusciranno a continuare a lavorare sulla nuova monoposto anche durante il picco della pandemia, o saranno costretti dai vertici della Formula 1 a fermarsi?
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